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Arrigo Sacchi lancia una frecciata al sistema nelle ore che seguono l'esonero di Luciano Spalletti dall'incarico di ct della Nazionale.
Arrigo Sacchi, ex allenatore (nonché commissario tecnico della nazionale italiana dall'ottobre del 1991 al novembre 1996), si è concesso in data odierna per un'intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport. Nel corso del colloquio, l'attuale opinionista sportivo ha commentato il recente esonero di Luciano Spalletti dall'incarico di guida tecnica dell'Italia.
"C'è materia per scrivere un romanzo, che per adesso, purtroppo, non sarebbe a lieto fine. Mi è difficile commentare la decisione di mandare via Spalletti. Lo ritengo un ottimo allenatore, e non cambio idea soltanto perché alla guida dell'Italia non ha incantato. Il problema è che in Nazionale non ha potuto lavorare com'è sempre stato abituato a fare: tutti i giorni al campo, in costante contatto con i giocatori. Alla lunga questo lo ha penalizzato. E poi non è certo stato aiutato dalle scelte dei club che puntano su calciatori stranieri e non valorizzano gli italiani. Dove vai, se i giocatori non li hai? Giusto sottolineare le sue responsabilità, perché è il comandante della nave. A Oslo ha presentato una squadra senza carattere, senza grinta, molle, apatica, senza idee, ma resto convinto che in Italia si debba fare un salto culturale per avere una Nazionale di alto livello. Se non siamo andati per due volte consecutive al Mondiale e adesso rischiamo di non andarci per la terza volta, ci saranno ragioni profonde, no? [...] Sempre responsabilità dei commissari tecnici o forse bisogna rivedere qualcosa nell'organizzazione generale del calcio italiano?".
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