Il futuro del Napoli e le decisioni tattiche di Conte
—"Giacomo Raspadori è stato l'uomo in più del Napoli durante il lungo periodo di infortuni, riuscendo a togliere le castagne dal fuoco ad Antonio Conte. Conte ha dichiarato che domenica, contro il Milan, tornerà David Neres. Le chiedo: tornerebbe al 4-3-3 con Neres titolare o continuerebbe con il 3-5-2, che sembra favorire il gioco di Raspadori? 'Premetto che Raspadori, così come Tonali e Politano, è stato molto importante per l'Italia. Matteo Politano, poi, ha dimostrato di essere un giocatore imprescindibile sia per la Nazionale che per il Napoli, nonostante abbia ricoperto un ruolo da quinto di centrocampo, mentre lui nasce come esterno offensivo puro. Per quanto riguarda il Napoli, io tornerei al 4-3-3, perché è un modulo più offensivo e, in questo momento, la squadra ha bisogno di vincere più partite per restare in corsa. L’aspetto positivo è che ha molte variabili tattiche e può anche iniziare con un modulo e modificarlo a gara in corso".
Moise Kean: un talento che cresce
—"Kean è una delle sorprese più interessanti di questo campionato. Sta dimostrando di essere tra i migliori attaccanti in Italia. Nella Juventus ci poteva stare anche prima, ma in quel momento non era ancora pronto. Aveva bisogno di essere aspettato e compreso, di trovare l'ambiente giusto, che probabilmente ha trovato a Firenze. La Fiorentina è una realtà diversa rispetto alla Juventus, e Kean è maturato molto, sia mentalmente che calcisticamente. In Italia, però, spesso siamo troppo frettolosi: esaltiamo i giovani dopo una o due partite buone e li critichiamo duramente appena commettono qualche errore. All'estero, invece, c'è più pazienza e meno pressione attorno ai giocatori".
Thiago Motta e i problemi della Juventus
—"Le colpe, così come i meriti, non sono mai di una sola persona. Thiago Motta è un allenatore preparato, con idee moderne, ma in una società come la Juventus bisogna sempre vincere. A volte, però, le squadre non vengono costruite perfettamente secondo le esigenze del tecnico, magari per motivi di bilancio o di mercato. Inoltre, Motta potrebbe non essere stato pronto per un club così esigente. La Juventus ha bisogno di arrivare almeno tra le prime quattro per motivi economici, e quando ha deciso di cambiare allenatore a due mesi dalla fine del campionato, è stato chiaro che qualcosa non funzionava. Probabilmente, nello spogliatoio si erano create troppe crepe e alcuni giocatori erano sotto rendimento".
De Laurentiis e Giuntoli: una collaborazione vincente
—"In società come il Napoli, ma anche la Lazio, la figura del direttore sportivo ha un peso relativo rispetto ad altri club, perché i presidenti sono molto presenti nelle decisioni. De Laurentiis e Giuntoli hanno formato un connubio vincente, ma poi il loro percorso si è separato. Ora, con Conte, si sta cercando di aprire un nuovo ciclo, perché sappiamo che Conte non si accontenta di arrivare secondo. In Italia, tutti parlano di calcio, ma ci sono tanti meccanismi interni che dall'esterno si vedono poco. Alla fine, però, bisogna ricordare che anche i calciatori sono esseri umani e possono sbagliare. Il problema è che, nel nostro Paese, è difficile ammettere gli errori. Ma il calcio resta uno sport meraviglioso, fatto di emozioni e di discussioni infinite".
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