"Decisioni del Padova? Non mi pronuncio. È una questione societaria. Ognuno decide per conto suo, è una scelta della società. Non la condivido, ovviamente. Ci sono tre gradi di giudizio. Noi agiamo in nome della giustizia. La giustizia, del resto, sta facendo il suo corso. Ci pronunceremo in appello e faremo valere le nostre ragioni. C’è solo un fatto in particolare che contesto: il Padova avrebbe potuto porre l’accento sulla tutela dei diritti della donna. La squadra veneta se ne è fregata ed è stata davvero una delusione. Moralmente, il club poteva avere un altro atteggiamento. La FIGC dovrebbe sospendere chi si macchia di questi reati. La pena è stata troppo mite. La condanna è stata di tre anni e di quattro mesi come richiesto dal PM. La pena poteva essere di più anche se veniva applicata la normativa precedente al 2020. Il PM ha richiesto l’equivalenza delle aggravanti contestate con le attenuanti generiche che sono riconosciute dal codice e che sono astratte. Le attenuanti, al momento, non sono individuabili. C’è molto da riflettere".
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