La frase in cui Spalletti ha rivelato che se De Laurentiis si fosse comportato diversamente, lui sarebbe rimasto a Napoli ha stupito anche me, poiché non ne aveva mai parlato con me o con qualcun altro. Quella rivelazione è uscita proprio in occasione del libro e ha lasciato sbalordito anche me. È possibile che anche il carattere di Spalletti abbia influito sul suo rapporto con il Presidente del Napoli. Lui ha sempre avuto un carattere molto spinoso, a Roma c’è stata la questione di Totti e all’Inter quella di Icardi. Lui ha degli amici storici che gli vogliono bene, che lo amano ma che sanno anche quanto sia difficile poiché lui si è conquistato il suo paradiso al prezzo di grandi fatiche. Il titolo del libro è perfetto per raccontare la sua storia. Le fatiche oggettive che ha voluto raccontare l’ex tecnico del Napoli non riguardano solo quelle dello scudetto, del Napoli e di tutto quello che è accaduto, ma anche quelle di convivere con sé stesso. Essere Spalletti è una fatica enorme per lui, la vive e sa quanto è complicato. Al di là dei fatti reali lui vive con dei fantasmi nella sua testa, con tanti pensieri reconditi che poi diventano centrali, tutto questo crea un filo spinato o dei campi minati che poi rendono difficili i rapporti con chi lavora e nei suoi rapporti personali. A Luciano Spalletti, però, bisogna riconoscere due cose. La prima è che quando si getta in un’impresa, lo fa con una dedizione assoluta e a Napoli si è visto. La seconda è che quando si entra nella sostanza delle cose, lui è un uomo generoso».
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