In quel sistema si mettono in evidenza molto gli esterni d’attacco: Neres e Politano. Quanto ha pesato, secondo lei, l’assenza di Neres, considerando anche che a gennaio è stato ceduto come Kvaratskhelia?
"Quando perdi due giocatori come loro, chiaramente ne risente tutta la squadra. Non solo per la qualità tecnica, ma anche per la fiducia e la mentalità. Neres è devastante in profondità: penso ad alcune giocate, come quella a Firenze, che fanno la differenza. E lo stesso vale per Kvara. Quando ti manca uno, pazienza, ma se ti mancano entrambi, è dura. È vero che ci sono altri giocatori, ma non è la stessa cosa. Sono pilastri tecnici e mentali, anche per gli avversari che li temono. La loro assenza ha sicuramente influenzato i pareggi del Napoli, come contro Udinese, Lazio e Roma."
Quando il Napoli ha ceduto Kvara a gennaio e si è presentato a febbraio con Okafor, molti hanno interpretato questa mossa come una sorta di resa nella corsa scudetto. Lei cosa ne pensa?
"Bisogna fare un passo indietro. Lo scudetto, già a inizio stagione, non era un obiettivo realistico. Poi si sono sommate tante cose. Secondo me la cessione di Kvara è stata più una scelta economica. Non credo che si siano voluti tirare fuori dalla lotta scudetto, sarebbe un’assurdità. Parliamo comunque di un club con un proprietario forte come De Laurentiis, che è un imprenditore e deve anche pensare ai conti. Non conosco i dettagli, ma penso sia stata un’operazione più finanziaria che sportiva. Okafor è un buon giocatore, un innesto valido, anche se ancora deve dimostrare tanto. Non penso che il Napoli volesse dare un messaggio di resa ai tifosi, anzi. Quella è una piazza che vuole sognare sempre, e il club lo sa bene. Però bisogna anche fare i conti con il mercato: ogni volta che il Napoli si avvicina a un nome, il prezzo lievita. E quando sanno che hai appena incassato da una cessione importante, diventa ancora più difficile."
Visto che abbiamo parlato di Okafor, le chiedo: c’è un altro giocatore proveniente dal campionato austriaco che sta impressionando, ovvero Oumar Solet dell’Udinese. Secondo lei potrebbe essere un innesto valido per il Napoli?
"Sì, ha qualità. Però bisogna sempre ricordare che il campionato italiano è diverso. Il Napoli di oggi è una grande squadra, e per arrivarci non basta essere promettenti: bisogna essere già pronti. Magari può essere un investimento per il futuro. Udine è una piazza ideale per fare esperienza. Poi sappiamo che il Napoli non ha paura di puntare sui giovani, crescerli e valorizzarli. Però per un impatto immediato ci vuole qualcosa in più.”
Ad oggi, Conte ha dimostrato di valere i dieci milioni di euro a stagione che percepisce dal Napoli?
"Per me, ogni tesserato vale quanto viene pagato. Se uno chiede una cifra e gliela danno, vuol dire che se la merita. Conte ha ottenuto risultati ovunque ed è uno che sa come portare una squadra in alto. Quindi sì, per me quei dieci milioni li vale."
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