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ESCLUSIVA – Westerhof: “Lozano non ha paura di nulla, ma per esplodere gli serve serenità. Prima era un ribelle, ora vuole vincere”

ESCLUSIVA – Westerhof: “Lozano non ha paura di nulla, ma per esplodere gli serve serenità. Prima era un ribelle, ora vuole vincere”

Il suo accento è decisamente olandese, ma Hans Westerhof è uno dei geni del calcio messicano. Ex calciatore, poi allenatore nel 2011 ha accettato l’incarico di far crescere e dirigere le giovanili della Pachuca, dopo le esperienze di...

Sabrina Uccello

Il suo accento è decisamente olandese, ma Hans Westerhof è uno dei geni del calcio messicano. Ex calciatore, poi allenatore nel 2011 ha accettato l'incarico di far crescere e dirigere le giovanili della Pachuca, dopo le esperienze di successo al PSV, all'Ajax e al Chivas di Guadalajara. Una scelta di successo da parte del gruppo dirigenziale del club, poiché la generazione di cui Westerhof si è fatto carico è quella che ha visto esplodere e affermarsi tanti calciatori, tra cui Steven Almeida, Miguel Herrera Equihua, Diter Villalpando, Juan José Calero, Rodolfo Pizarro, Erick Gutiérrez e certamente Hirving Lozano.

Proprio di lui gli abbiamo chiesto in esclusiva per calcionapoli1926.it poiché Westerhof lo conosce bene e suo figlio Wout l'ha allenato.

I primi mesi di Hirving Lozano a Napoli non sono stati molto facili. Il messicano è arrivato tra molte aspettative però ancora non è riuscito a mostrare le sue qualità. Perché adattarsi gli sta costando così tanto?

"E' sempre difficile adattarsi a una nuova cultura, a un nuovo paese, a un nuovo modo di giocare e ad altri compagni di squadra. Il campionato italiano non è uguale a quello olandese o messicano, poi on ha giocato nella sua posizione. Al Pachuca e al PSV è stato schierato da laterale d'attacco, mentre in Italia l'hanno posizionato diversamente. Poi la Serie A può contare sui migliori difensori al mondo, quindi per un giocatore offensivo come lui confrontarsi con loro è difficile. Inoltre ci sono stati problemi nel club, e queste cose pesano. L'ambiente e lo spogliatoio non sono quelli a cui era abituato. Magari c'è tanta pressione, c'è stata qualche ostilità. Tutto ciò messo insieme gli ha reso difficile adattarsi".

Ancelotti ha provato a schierarlo da centravanti, mentre con Gattuso tornerà da esterno d'attacco. Nonostante il primo sia stato l'allenatore che l'ha voluto al Napoli, potrà esplodere col nuovo tecnico? Su quale aspetto dovrà lavorare Gattuso per farlo emergere?

"Un calciatore gioca bene, si sente bene quando anche l'ambiente intorno è sereno. Penso che Gattuso debba fare in modo che accada ciò, che i calciatori possano stare tranquilli e che non pensino ad altra cosa che a giocare a calcio. Inoltre, nel caso di Lozano sarà importante tornare nella sua posizione di esterno d'attacco a sinistra, ma anche a destra. E' un cambiamento che può aiutare Lozano ma anche tutta la squadra".

Cosa deve aspettarsi Napoli da lui? Quale aspetto può ancora permettergli di affermarsi in azzurro e diventare simbolo di una squadra così importante?

"Chucky deve lasciarsi andare, deve sentirsi a proprio agio. E' un calciatore molto aggressivo, sempre pericoloso in area. Cerca sempre la giocata giusta per arrivare al gol, è molto intelligente e ha carattere. Non ha paura. In Messico e in Olanda gli avversari lo affrontavano duramente a livello fisico. Lo stesso accadrà in Italia, ma lui non ha paura. Questa è la sua grande virtù: guarda sempre in avanti e cerca la porta. E' una minaccia per gli avversari. A qualsiasi  club piace questo tipo di calciatore che sempre affronta i rivali, molto veloce nelle ripartenze, rapido in generale e alla ricerca ossesiva del gol o assist".

C'è un ricordo speciale che lo lega a Lozano?

"Io ricordo che quando era nelle giovanili del Pachuca era un ragazzo difficile, soprattutto a livello mentale. Tutto è cambiato quando è diventato padre: per lui ora le uniche cose importanti sono giocare a calcio e stare con la sua famiglia. L'obiettivo per lui è avere successo nella sua professione e vivere con i suoi cari. E' cambiato molto da quando ha creato una propria famiglia. Prima era un ragazzo molto difficile, ribelle ma è cambiato molto. Avccanto a lui ci sono ottime persone che lo aiutano a prendere la strada giusta e in questo modo potrà fare molto bene anche a Napoli."

©RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE CALCIONAPOLI1926.IT