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Repetita (non) iuvant: ora tutti sanno come innervosire la prima della classe

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Alle 20 del 7 novembre 2021 è finalmente morto il complottismo su Napoli-Verona. Sei mesi dopo è di nuovo 1-1, allo stesso modo. Stessi errori, stessa pasta, stessi falli. Poca lucidità: ora tutti sanno come innervosire la prima della classe

Mattia Fele

Un Napoli poco al di sotto della sufficienza impatta sull'uno a uno contro il solito Verona, contro i soliti duelli uomo-contro-uomo a tutto campo culminati nelle solite espulsioni. Tanto nervosismo, intensità votata al nulla cosmico e due tiri in porta contati in 95' di gioco. Chi parlava di complotto riguardo alla partita di maggio speriamo si sia ravveduto: se giocassimo con queste due rose dieci Napoli-Verona di fila, almeno sette finirebbero 1-1. 

Il calcio è altro

Repetita (non) iuvant: ora tutti sanno come innervosire la prima della classe- immagine 2

 

Noi lo abbiamo percepito, Igor Tudor ce l'ha proprio detto:"Il mio calcio? È un po' malato. Inadeguato per una grande squadra". Ergo - aristotelicamente ragionando - la sua, che rispetta questi dettami alla perfezione, non è una grande squadra. Dal quale postulato potrebbero evaporare miliardi di altre opinioni contrarie, basate sulla bellezza del calcio solo aggressivo, sulla magnificenza ritrovata di uno come Giovanni Simeone e magari pure sulla grande capacità in letture difensive di Paweł Dawidowicz. La verità è che il calcio è altro, e lo abbiamo visto nei primi 45 secondi del derby di Milano e girando canale di Sky alle 19 apprezzando la vittoria del West Ham sul Liverpool di Klopp.

Il Verona ha annullato la tecnica del Napoli con una pressione sempre al limite (a volte oltre ndr) della regolarità, con degli interventi e delle corse in avanti che hanno impedito agli uomini di Spalletti di fraseggiare nella solita maniera. Dal canto opposto, la tecnica del Napoli s'è un po' altezzosamente innervosita: troppi errori tecnici, troppa inutile frenesia (ai limiti del capriccioso), poche giocate pulite. Così le uniche azioni sono arrivate su palle un po' casuali - come in occasione del bellissimo palo di Osimhen - o su palle inattive - come in occasione del meraviglioso gesto tecnico da 30m di Dries Mertens -. Nel mezzo, prima e dopo poco altro: il Verona ha creato fuffa verticale, infrangendosi contro un ottimo Juan Jesus e creando solo crampi nello stomaco negli spettatori paganti e virtuali. Sarebbe ora di dire anche no a questo filone calcistico che vede i calci prima della palla, le caviglie prima degli schemi. E se basta non si può dire, si dica almeno che è inguardabile come l'ex Cholismo, come il tossico montare addosso delle squadre di Juric. Una squadra di calcio solo grintosa è una squadra senza arte.

Poi, una postilla sulla questione arbitrale: al di là del rigore, la direzione di Ayroldi è stata discutibile perché non siamo pronti ed abituati ad un arbitro che non fischia il classico fallo del giocatore che si inarca e si tuffa. Siamo avvezzi ai Cuadrado e ai Dybala (pure Chiesa in Champions non ha scherzato, ndr). Ayroldi semplicemente era il fischietto sbagliato, in una partita in cui il fallo doveva essere disincentivato e non incoraggiato. Ha sbagliato di grosso chi ha valutato fosse l'arbitro ideale per Napoli-Verona.

Rinforzare il tono

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Per forza ci siam dovuti chiedere se Spalletti abbia guardato o meno quel Napoli-Verona di maggio. E se l'ha fatto, la domanda giusta è chiedersi cos'abbia fatto per rimediare a degli errori che si sono fastidiosamente ripetuti. Chi scrive ha avuto i brividi al cambio Anguissa-Mertens, memore di quel Bakayoko-Petagna all'81' che finì per eliminare il possesso palla del Napoli: l'unica cosa che serviva. Spalletti oggi come Gattuso allora non ha saputo trovare le misure ad un gioco sempre uguale, confidando troppo nelle uscite provate e troppo poco in chi sa cavarsela in queste situazioni. Male Insigne (come contro il Torino: era un indizio ndr), Politano e Zielinski. Poco coinvolto Osimhen: era la partita di Mertens e di Petagna, che sarebbero potuti entrare ben prima degli ultimi dieci minuti. Poteva essere la gara di Adam Ounas, poiché l'uomo-contro-uomo non è nulla per chi salta-l'-uomo. Pochi invece gli smarcamenti, i tagli e tutte le contromisure tattiche utili a sorvolare il Verona, che - ripeto - persegue un metodo anti-televisivo e anti-spettacolare di calcare un campo di calcio.

Ora sarà pausa e poi ciclo finale: Inter, Lazio, Sassuolo, Atalanta, Empoli, Milan, Spezia. Sette gare in cui fare bottino pieno sarà impossibile, che andranno giocate con meno nervosismo e una brillantezza parzialmente da ritrovare. Va rinforzato il tono. Ieri sera non si è perso nulla, ma non si è vinto perché si è annegati in un bicchier d'acqua.

Vittima (come sempre) di se stesso e dei propri noti avvilimenti il Napoli ha fatto uno a uno col Verona. Ci siam cascati di nuovo.

 

A cura di Mattia Fele 

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