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editoriali

Napoli-Torino, 298 giorni dopo: il riscatto degli azzurri sulle ombre del passato

Leonardo Litterio

Napoli-Torino, 298 giorni dopo

23 dicembre 2020, Napoli-Torino, le lancette dell'orologio continuano a scorrere nella fredda serata invernale. Gli azzurri sono sotto per 0 ad 1 a causa del gol di Armando Izzo. La squadra è scoraggiata e non sembra poter rialzarsi. In quel momento però la "Magia natalizia" si abbatte sul Maradona; è Lorenzo Insigne a siglare l'1 ad 1 in un match che sembrava quasi uno scherzo del destino.

Napoli-Torino, 298 giorni dopo: il riscatto degli azzurri sulle ombre del passato

298. Questo è il numero di giorni passati da quel pareggio strettissimo per il Napoli, ottenuto al 92esimo grazie ad un gran gol del capitano. All'epoca il Torino era ultimo in classifica e difficilmente riusciva a trovare la via della rete. Il Napoli era orfano di Victor Osimhen e Koulibaly era in panchina a causa di un risentimento muscolare. Una partita davvero fuori dal contesto emozionale che vide i tifosi azzurri soffrire per 90 minuti dopo un gol messo a segno dal concittadino Armando Izzo. Disattenzioni difensive, costruzione a centrocampo pessima e attacco inesistente, una triade da dimenticare che non riuscì ad imporsi su una delle squadre con la peggior forma fisica di allora.

Cos'è cambiato dallo scorso anno?

Entrambe le compagini hanno due nuovi volti sulle rispettive panchine. Da un lato non c'è più Giampaolo bensì Juric, avversario ed "autore" della disfatta del famoso Napoli-Verona della scorsa stagione. Alla sponda opposta siede Luciano Spalletti e non più Gennaro Gattuso, ultimo tecnico incontrato da Juric con l'Hellas.

Nuovi allenatori, nuove premesse, nuovo gioco; il Torino oggi è all'11esimo posto con 8 punti in 7 gare. Gli azzurri invece sono al 1° posto a punteggio pieno con 21 punti in 7 partite. La squadra granata a dicembre 2020 aveva gli stessi punti con ben 6 match in più. Gli azzurri erano a 23 lunghezze, solo 2 in più ad oggi. Un cambiamento radicale per entrambe le squadre che sono in una fase di rinnovo.

Senza dubbio tra gli osservati speciali ci sarà Victor Osimhen che lo scorso anno non scese in campo. Il nigeriano è davvero in forma smagliante e potrebbe essere la chiave della partita. D'altro canto se lo scorso anno il centrocampo giocò una partita da dimenticare, quest'anno le chiavi del reparto  sono affidate ad un Fabian Ruiz che è praticamente rinato, rispetto alla scorsa stagione.

Al contempo si sa, dimenticare il passato non è mai facile e spesso i fantasmi bussano alla porta del presente. Ci vuole grinta ed un pizzico di cattiveria per mandare via qualcosa che riporta ad un cassetto chiuso che nessuno vorrebbe più riaprire. Ciò nonostante senza passato non ci sarebbe futuro ed è per questo che i cocci vanno assemblati con il tempo, senza fretta. Chi ha pianto allora, non è detto che non piangerà più, il calcio però è imprevedibile ed è per questo che bisogna godersi il momento con la speranza che questa volta a farci visita non sia nient'altro che un lacrima di gioia che bagni un sorriso di chi darebbe l'anima per l'azzurro.

A cura di Leonardo Litterio

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