editoriali

Quando Maradona piegò l’Inter con una magia e Zenga disse: “Non c’è nulla da fare”

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Napoli-Inter del 10 aprile 1988 era valida per la 25a giornata del campionato di Serie A 1987/88. Gli azzurri guidavano la classifica con un ritmo addirittura superiore a quello della stagione precedente che regalò il primo scudetto della storia del Napoli. Il Milan era secondo, distante quattro punti dai partenopei, i quali erano chiamati a vincere per rintuzzare le velleità di rimonta dei rossoneri, impegnati in casa con l'Empoli battuto per 1-0 grazie ad un rete di Van Basten. L'Inter era ormai tagliata fuori dai giochi per lo scudetto, distante ben 15 punti dal Napoli (un distacco abissale con i due punti per vittoria), ma avrebbe sicuramente venduto cara la pelle per raggiungere almeno un posto in Coppa Uefa. La partita fu molto tirata e fu decisa dal solito Diego Armando Maradona, che calciò una punizione delle sue che non lasciò scampo all'incolpevole Zenga, il quale sconsolato esclamò: "Non c’è niente da fare". E pensare che Diego non era neppure al meglio in quel match, infatti riuscì a giocare solo grazie ad un serie di infiltrazioni di novocaina al piede destro. Nel secondo tempo l'Inter provò a tutti i costi a trovare il gol del pareggio, ma che non arrivò anche grazie ad un po’ di fortuna e ad alcuni ottimi interventi di Garella. Gli azzurri così si presentarono con quattro punti di vantaggio sul Milan a cinque giornate dalla fine e tutto lasciava presagire al secondo trionfo tricolore consecutivo. Ma il Napoli ottenne un solo punto in quegli ultimi match e lasciò strada al Milan che vinse il suo primo scudetto dell'era Berlusconi, l'unico di Sacchi in panchina. Due anni dopo ci fu la rivincita azzurra, ma questa è un'altra storia.