Come noto, una delle critiche più ricorrenti rivolte a Romelu Lukaku riguarda le prestazioni troppo spesso insufficienti nei big match. Già ai tempi del suo primo trasferimento all'Inter, l'attaccante aveva ricevuto la scomoda etichetta di grande assente nelle partite decisive e non a caso, visto il misero bottino di un gol in venti partite disputate contro le grandi al Manchester United. Le cose non sono andate meglio alla sua prima stagione in Italia, l'annata 2019-2020, conclusa con una rete realizzata contro le prime cinque di quel campionato, che vide i nerazzurri di Antonio Conte chiudere al secondo posto a -1 dalla Juventus. Il trend negativo è stato poi invertito nell'annata successiva, quella che avrebbe portato allo scudetto dell'Inter, il primo dopo l'egemonia della Vecchia Signora, salvo poi ricascare nello stesso problema con l'addio destinazione Chelsea. Da quel momento, una parabola discendente avrebbe caratterizzato la carriera di Romelu, che neanche col ritorno all'Inter e la parentesi Roma è riuscito a risollevarsi. Poi, la nuova opportunità con la chiamata del Napoli e un'operazione diventata realtà dopo un'attesa durata mesi, come ammesso dallo stesso Lukaku in una recente intervista.
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