editoriali

Il controbalzo di Hamsik, il gol-salvezza di Chevanton e Boniek “core ngrato”: i 13 Lecce-Napoli

Bruno Stampa

L'Annus Domini è sempre il 2023 ma siamo in primavera e a guidare la compagine partenopea è Luciano Spalletti. Il Napoli vede il terzo scudetto della sua storia sempre più vicino ma, in un mese di aprile estremamente esigente visti i quarti di Champions contro il Milan, non è la squadra brillante apprezzata nei mesi addietro. C'è però una legge non scritta nel gioco del calcio, secondo cui, dietro la conquista di un traguardo significativo come la vittoria di un campionato, si nascondono sempre vittorie sporche: il 7 aprile è una di quelle giornate e la capolista lo sa bene, riuscendo a fronteggiare la doppia assenza di Osimhen e Simeone. La sblocca capitan Di Lorenzo, di testa, al diciottesimo minuto su un inconsueto assist di Min-Jae Kim. Nel secondo tempo c'è, tuttavia, la reazione del Lecce che, al cinquantaduesimo minuto, riacciuffa il Napoli con Nicola Sansone, fresco di reinserimento nel roster a disposizione di Giampaolo, dopo esser stato messo fuori rosa al termine del mercato di gennaio. A conferma di un anno in cui al Napoli sembra andare proprio tutto bene, il fatto che a decidere la partita sia un clamoroso autogol di Antonino Gallo, che con la complicità di Falcone regala tre punti preziosi alla squadra che meno di un mese dopo avrebbe festeggiato la certezza aritmetica dello scudetto.