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editoriali

Infantino può anche essere fiero di Qatar 2022, ma non spacci il letame per cioccolata

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Infantino la prende larga, la curva: cita i 3mila anni di storia dell'Occidente, gli insulti ricevuti da bambino per i capelli rossi. Giustifica il Qatar con una presunta "ipocrisia" di noialtri che invece ci siamo evoluti. Scusate, allora

Mattia Fele

"Da bambino mi bullizzavano perché avevo i capelli rossi, perché ero italiano e non parlavo bene il tedesco. Ma tu accetti la sfida, provi a farti degli amici, nuovi contatti, non rispondi all'insulto con l'insulto". La butta sul personale il presidente della FIFA Gianni Infantino (forse contando sul fatto che chi ascolta sia cretino ndr), incalzato dalle domande dei giornalisti nella conferenza stampa di presentazione di Qatar 22. Sui diritti civili, le violazioni di libertà e sui morti nessuna parola di conforto o di scuse. Anzi, il presidente ha davvero parlato dei "3.000 anni precedenti per i quali l'Europa dovrebbe scusarsi con il mondo", oltre ad aggiungere che "senza birra si può sopravvivere per tre ore". Ce la offre sul piatto d'argento: anche le sue tasche non sarebbero rimaste vuote senza gli introiti spropositati (unico motore immobile della scelta del Qatar) che conseguiranno da questo scempio.

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Infantino può anche essere fiero di Qatar 2022, ma non spacci il letame per cioccolata- immagine 2
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Nessuno nega il fascino dei Mondiali: verranno seguiti da tutti gli appassionati e raccontati come in qualunque altro caso dagli addetti ai lavori. D'altronde, la competizione brasiliana del 2014 non fece meno scalpore in senso di sfruttamento dei lavoratori e discrepanze con la situazione economica del Paese rispetto ai soldi spesi per finanziare le partite. Quello che sembra però realmente ipocrita è andare a scavare nei drammi dell'Occidente invece di dichiarare apertamente "lo abbiamo fatto perché conta di più il mercato che la libertà di queste persone. Gay? Tanto ce ne sono pochi al mondo rispetto agli Etero. Birre? Non sono indispensabili. Donne? Tanto non guardano il calcio come gli uomini". Avremmo quasi preferito questo. Tra l'altro, i 3mila anni dell'Occidente vengono conosciuti per bene proprio per il nostro europeismo sfegatato, ma basta aprire qualche libro per conoscere la storia d'Oriente e dei Saraceni, dei bizantini. Dei Mongoli, impero più grande della Storia del mondo. Ma davvero bisogna fare a gara a chi ha puntato più pistole o ucciso più cavalieri dal 700 a.C. a oggi? Davvero bisogna restare indifferenti, "provare a farsi degli amici" invece di condannare apertamente un comportamento liberticida? Discriminare per i capelli rossi è roba da superstizione di fine Ottocento, non può essere un modello comportamentale di reazione a delle discriminazioni vere e proprie. E poi cosa c'entra l'essere stato preso in giro per il colore dei capelli - che immaginiamo sia successo per una fetta relativamente limitata della vita di Infantino, essendo calvo - con l'essere omosessuali, l'essere donne, l'essere liberi? Poi, ancora:

"Noi in Europa chiudiamo le frontiere, creiamo stranieri illegali: quante persone muoiono cercando di entrare in Europa. L'Europa dovrebbe fare come il Qatar, creare condizioni legali per i lavoratori stranieri. Certo, le riforme hanno bisogno di tempo, di anni e anni. Ma chi è qui in Qatar, da lavoratore straniero, lo e' in maniera legale e ha tutta l'assistenza, anche sanitaria. In Qatar ognuno è benvenuto di qualunque religione, di qualunque orientamento sessuale sia".

Ci chiediamo a questo punto perché il presidente non si trasferisca anche lui in Qatar, considerato il Paradiso terrestre dei lavoratori stranieri. Lungi da chi scrive giustificare l'Europa da ogni suo personale scempio, ma proprio sullo sviluppo in termini di diritti (grazie anche alla vicinanza nei 'patti' agli USA, forse primi fautori di certi progressi) ben poco si può dire alla civiltà grazie alla quale lo stesso Infantino è privilegiato. Che se ne sta comodamente seduto da uomo bianco, etero e ricco. Chi parla così non è mai chi soffre per davvero. L'ipocrisia è spacciare la m***a per cioccolata.

A cura di Mattia Fele