André-Frank, per i più "Zambo Anguissa", rientra (con non troppa difficoltà) nel podio degli individui più mal sopportati dagli abitanti del capoluogo campano nell'intera annata antecedente. Un elemento al quale, se osservato in campo, potevano venir affibbiati i tre aggettivi che seguono: svogliato, condiscendente e molle (nei contrasti). Una condizione umana che rispecchia appieno l'identikit del centrocampista che nessuna formazione europea (e non) vorrebbe possedere all'interno dell'organico a loro disposizione. Una situazione psicofisica che il mentalista (di anni 55) ha impiegato appena un centinaio di giorni per ribaltare nella sua interezza. La conferma di quanto millantato dal sottoscritto poc'anzi giunge direttamente da venerdì scorso, in data 4 ottobre 2024, dall'uscita casalinga trionfante (con il punteggio di 3-1) dei tre volte campioni d'Italia contro il Como. Una prestazione dominante in lungo ed in largo quella offerta dal camerunense, ammirato finalmente nell'applicazione del proprio mestiere: rompere la manovra avversaria mediante interventi decisi; il tutto non passeggiando lungo il terreno di gioco, ma correndo. Un'utopia anche solo da immaginare fino all'estate da poco conclusasi. Ma il gesto che certifica incontrovertibilmente la narrazione promulgata nell'arco del suddetto articolo si verifica intorno alla mezz'ora del primo tempo: sventato l'ennesimo pericolo nascente, più o meno nei 2/3 della metà campo azzurra, il nativo di Yaoundè emette un urlo di frustrazione volto a richiamare l'attenzione dei propri compagni, succubi (in quella fase dell'incontro) dell'asfissiante possesso palla attuato dall'armata Fabregas. Mai, neanche sotto l'ala protettiva di Luciano Spalletti, si era assistito ad uno Zambo Anguissa vivere i 90' con un atteggiamento di tale natura. Un episodio che altro non può se non condurre il popolo dell'estremo Meridione a sottoporsi ad un ulteriore sessione di innamoramento, o ancor meglio, di venerazione per l'allenatore Antonio Conte, già autore (in via anormalmente precoce) di una prima soddisfacente vittoria nelle vesti di "mental coach" della Società Sportiva Calcio Napoli.
A cura di Alex Iozzi
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