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Allenamenti massacranti e lavoro quotidiano da esercito: il metodo Antonio Conte

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Per tanti degli addetti ai lavori, tra ex calciatori ed esperti, dietro le numerose soddisfazioni che si è tolto il nuovo allenatore del Napoli, il principale segreto è rappresentato dall'importanza della dura metodologia nei suoi allenamenti
Bruno Stampa

Il Napoli punta su Antonio Conte. Una scelta forte fatta da Aurelio De Laurentiis che, dopo la travagliata gestione post Scudetto di cui l’ultima stagione è stata conseguente dimostrazione, ha deciso di ripartire, oltre che da un nuovo DS come Giovanni Manna, dall’esperienza e la solidità di un tecnico che, ovunque è andato, ha garantito competitività alle proprie squadre, in Italia ma non solo. Dalla Serie A alla Premier, le imprese del vivace mister salentino sono ben note, con parentesi che ad alti livelli si sono rivelate sempre vincenti, eccezion fatta per l’ultima esperienza al Tottenham. Una menzione, naturalmente, la merita anche la Nazionale con cui i risultati sono stati molto positivi, visti i quarti di finale raggiunti a Euro 2016 con una rosa dal materiale tecnico abbastanza modesto. La sensazione è che per il CT, con un lavoro quotidiano che non ha potuto chiaramente fare, i risultati avrebbero potuto essere addirittura migliori. Non ne avremo mai la controprova ma di indizi ce ne sono, visti i numerosi trionfi arrivati grazie al duro lavoro, dogma assoluto dell’ex Juve e Inter.

Allenamenti duri e sfibranti, giocatori che vomitano: il metodo Conte

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Per descrivere l’importanza del lavoro per Antonio Conte, è giusto partire da una parola d’ordine: intensità. E’ lecito aspettarsi allenamenti ad alta intensità nei ritiri di Dimaro e Castel di Sangro, sedute sfiancanti per gli azzurri che, agli ordini di Conte e del suo staff atletico, saranno messi duramente alla prova. Una cultura del lavoro che, per tanti, sta alla base dei numerosi successi ottenuti in carriera da Conte alla guida delle sue squadre. Sono tanti, tra ex calciatori e addetti ai lavori, a fornire degli emblematici spunti di riflessione sulla dura preparazione di Conte. Il metodo Conte, consolidato col passare degli anni e la definizione del suo staff atletico, si rivela duro sin dai primi passi fatti dal tecnico leccese. Per conferma, chiedere a Simone Tiribocchi. Il poderoso ex centravanti è stato allenato da Conte nella stagione 2009-2010, annata al termine della quale l’Atalanta retrocesse in Serie B. Quella che è stata la parentesi meno fortunata della carriera di Conte è coincisa con la prima avventura nel massimo campionato ed è stata approcciata fedelmente a quel senso di competitività esasperato che contraddistingue il sergente di ferro. Il Tir, nel descrivere l’importanza della preparazione atletica per Conte, sceglie l’aggettivo massacranti in merito all’intensità degli allenamenti, dai quali passano le scelte del martello Conte. Una figura di riferimento nello staff di Antonio Conte era il compianto Gian Piero Ventrone, citato dallo stesso Tiribocchi. Ventrone, che con ogni probabilità avrebbe fatto parte degli uomini di Conte nella prossima parentesi partenopea, è stato il preparatore atletico nello staff di Conte nelle sue prime avventure, da Bari a Siena, passando ovviamente per Bergamo ed era tornato a collaborare con Conte proprio nella più recente esperienza a Londra sponda Spurs.


Avrebbe accettato con grande entusiasmo la sfida Napoli, considerando il fatto che lui qui è nato e cresciuto ed è proprio in questa città che si sono svolti i suoi funerali per la scomparsa avvenuta il 6 ottobre del 2022, per una leucemia fulminante che se lo è portato via all’età di 62 anni. A proposito di descrizioni senza filtri dell’applicazione Contiana, sono merito proprio di Ventrone le immagini dei giocatori del Tottenham che, stremati dal caldo torrido di Seul, sede della tournée coreana della società londinese, crollarono al termine di oltre due ore di allenamento, accompagnate da una lunga coda rappresentata da ben 42 corse ripetute a tutto campo. Alcuni accusarono anche sintomi di svenimento come Heung-Min Son, mentre Harry Kane arrivò persino a vomitare. Alasdair Gold, corrispondente degli Spurs per Football London parlò senza mezzi termini di allenamenti brutali e come dargli torto con reazioni di questo tipo. I giocatori del Tottenham sono stati solo gli ultimi ad essere messi sotto torchio dal metodo Conte, ma reazioni di questo tipo ce ne sono sempre state. Anche Marco Borriello non riusciva spesso a trattenere il vomito, come dichiarato dallo stesso ex bomber in una chiacchierata fatta alla Bobo Tv. Un altro elemento che chiarisce ogni dubbio su quanto per Conte sia essenziale la preparazione atletica ci viene suggerito anche dalla collaborazione con Antonio Pintus, che viene ritenuto tra gli esperti uno dei migliori preparatori atletici al mondo e i risultati infatti gli hanno dato ragione. Il binomio Conte-Pintus, che abbiamo visto nel biennio interista di Conte, ha sempre evidenziato una partenza a rilento, dovuta ai forti carichi pre-stagionali, che però si sono poi tradotti in un evidente crescendo, che ormai si apprezza in poche squadre, come l’Atalanta di Gasperini, di cui non a caso Pintus è stato collaboratore a Palermo.

La settimana tipo di Conte

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Per Conte la settimana tipo inizia con sessioni d’allenamento improntate prevalentemente sulla tenuta fisica dei suoi ragazzi. Poi, solo a metà settimana, ci si concentra sull’aspetto tattico e gli sviluppi di gioco. Insomma, tanta corsa e poca palla, nella settimana tipo di Conte sono gli sforzi e la fatica a farla da padrone. È doveroso un focus sulla struttura della settimana tipo di Conte, che nella prossima stagione potrà lavorare tanto sul campo a causa della mancata partecipazione del Napoli alle competizioni europee. E la speranza è che questo possa rivelarsi un fattore nella stagione degli azzurri, visto che le compagini di Conte hanno sempre garantito le migliori performance con un solo impegno a settimana, dalla Juventus all’Inter, senza dimenticare il Chelsea. A Conte non importa della felicità della squadra, è realmente indispensabile che tutti siano focalizzati sull’obiettivo, come in un esercito. A lui, ovviamente anche con una mano dal mercato, il compito di rivitalizzare una squadra che nell’ultima terribile annata è andata sfilacciandosi col passare delle settimane. Ci riuscirà, col suo credo basato su ordine e disciplina? Ai posteri l’ardua sentenza. 

A cura di Bruno Stampa

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