Era il 17 febbraio 1985 e il Napoli di Marchesi era ospite del Como di Ottavio Bianchi, che per ironia della sorte sarebbe diventato proprio il tecnico degli azzurri nella stagione successiva e avrebbe vinto uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Uefa (scusate se è poco!). Nei lariani militavano altri due "napoletani": il portiere Giuliano Giulianie il mediano Luca Fusi, i quali sarebbero stati protagonisti del secondo scudetto azzurro. Ma nessuno dei tre avrebbe mai potuto immaginarlo quel pomeriggio di quaranta anni fa. Nell'aria volteggiava un risultato (il pareggio), visto che le due squadre galleggiavano a centro classifica (posizione che ai lariani stava benissimo, agli azzurri un po' meno alla luce dell'ingaggio del calciatore più forte della storia del calcio nell'estate precedente). E pareggio fu. La gara fu ovviamente bloccatissima (come spesso accadeva all'epoca anche a causa del fatto che la vittoria valeva solo due punti) e gli azzurri la sbloccarono su rigore di Maradona al 17°, che spiazzò Giuliani. Nella ripresa arrivò prontamente la reazione dei lariani che pareggiarono con un tocco sotto misura di Todesco al 58°. Non accadde praticamente più nulla dopo e le squadre si spartirono un punto ciascuno. A fine partita arrivarono i complimenti reciproci dei due numeri 10, Maradona e Matteoli, ai microfoni della Rai. Altri tempi. A fine stagione Maradona chiuse il suo primo campionato con il Napoli con un onorevole ottavo posto con 33 punti, mentre i lariani chiusero undicesimi con 25 e con il fortino Sinigaglia inespugnato.
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