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Zola: “Maradona mi sfidò a tirare le punizioni, mi disse che dovevo migliorare”

(Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Ai microfoni di Calcio Casteddu è intervenuto Gianfranco Zola. L’ex giocatore di Napoli e Cagliari, ha parlato del rapporto tra il calcio e la pandemia, della situazione dei rossoblù e dei suoi trascorsi con Maradona. Zola: “Maradona...

Leonardo Litterio

Ai microfoni di Calcio Casteddu è intervenuto Gianfranco Zola. L'ex giocatore di Napoli e Cagliari, ha parlato del rapporto tra il calcio e la pandemia, della situazione dei rossoblù e dei suoi trascorsi con Maradona.

Zola: "Maradona mi ha aiutato a crescere, senza di lui sarei rimasto uno come gli altri"

 (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Di seguito le dichiarazioni di Gianfranco Zola:

 Cosa manca al Cagliari? Con Lazio e Atalanta, club super attrezzati e con altri bersagli, ho visto crescere attenzione e organizzazione. Servirebbe maggiore equilibrio, quadratura e concentrazione fino al 95’.

Sul campionato senza pubblico

In questo modo hanno preso coraggio anche le neopromosse. Benevento e Spezia, ad esempio, erano tra le candidate per la B, invece stanno facendo punti. E lo Spezia che ho visto battere il Milan, gioca un calcio propositivo, fisico e organizzato con protagonisti sconosciuti.

Su Maradona 

Un anno terribile. La scomparsa di Maradona per me è stata come una sassata alle spalle. Diego è stato un fratello maggiore. Da ragazzino debuttante in A tra tanti campioni, mi ha insegnato tanto e non lo scorderò mai. È stato un grande, è sbagliato dipingerlo sbrigativamente. Chi ha avuto la fortuna di giocarci assieme ha avuto solo cose buone. Lo scorso autunno l’ho sentito quando era a Dubai, non stava benissimo. Negli anni scorsi ci siamo ritrovati in campo per beneficienza, a Roma e a Manchester, una charity con Robbie Williams. Anche allora mi ha sfidato sulle punizioni: “Sei migliorato, ma hai ancora da lavorare” mi disse. Poi, abbiamo giocato per l’addio al calcio di Ciro Ferrara al San Paolo.

Un numero uno. Ho avuto duettato con un genio che non ha mai fatto pesare l’immensità tecnica, la gestione della gara, l’intuito. Penso all’estro di Gascoigne o Best: monumentali per visione, gesti e qualità, fragili e perduti fuori dal campo. Maradona rimane un gigante, estremamente vitale per la mia carriera: se non lo avessi incontrato sarei rimasto un buon calciatore. Ha esaltato le mie abilità potenziali. Conserverò la sua immagine da calciatore e da persona che andava oltre i limiti. Senza far mai male a nessuno se non a se stesso.