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Questa sera sul terreno di gioco del Parco dei Principi si rivedranno anche due ex compagni di squadra, Lorenzo Insigne e Marco Verratti, che hanno condiviso gli anni di Pescara sotto la guida di Zeman.
Proprio l'allenatore boemo commenta la sfida di Champions League a La Gazzetta dello Sport: "Mi aspettavo una carriera così per loro, perché mostravano già da giovanissimi di avere qualcosa in più. Sono cresciuti tanto in questi anni e non devono fermarsi perché hanno ancora margini. Verratti è da due anni il miglior giocatore di Francia, e Lorenzo il miglior esterno d'attacco del nostro campionato".
LA CRESCITA DI INSIGNE - "Nei primi anni a Napoli lo facevano correre e difendere per tutta la fascia. Lui è un attaccante, deve restare sempre vicino alla porta. Nei piedi per me ha più di 20 gol. Con Sarri ha fatto bene, ma con lui si gioca a un tocco, appoggiandosi sempre, mentre a Insigne piace saltare l'uomo, in quello è fenomenale. Con Ancelotti ha qualche libertà in più, l'importante in ogni caso è che faccia l'attaccante e guardi sempre la porta".
PSG-NAPOLI - "Il Psg onestamente ha qualcosa in più. Viene da 10 vittorie consecutive in campionato, e davanti ha tre mostri. La difesa del Napoli si regge su Koulibaly. Non credo basterà come argine. I piccoli di solito sono più bravi, loro poi erano anche molto svegli... C’è stato subito feeling con loro. Verratti lo chiamavo Marcolino, Insigne invece era Lorenzolo, come uno dei sette nani. Si intendevano in campo ad occhi chiusi, loro due e Ciruzzo Immobile".
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