Si è finalmente, come avevamo più volte caldeggiato, operato un distinguo nei settori tra i tifosi con disabilità motorie e quelli con altri tipi di disabilità, però deambulanti. Questo ha permesso l’apertura di un nuovo settore nei Distinti inferiori (con adeguamenti realizzati dal Comune per renderlo idoneo, ovvero l’installazione di bagni adatti) per 120 persone. Che sommati ai 56 posti nelle curve inferiori, i 44 della tribuna family e i 38 riservati agli ospiti (ahimè quasi mai occupati) ci porta a 258 posti. Leggermente sotto il requisito minimo (278) ma almeno in quello della civiltà.
Il rispetto di quel requisito minimo di legge (D.M. 236/1989), la FIGC l’ha anche inserito nei criteri infrastrutturali degli stadi di Serie A per essere a norma. All’inizio del campionato il Napoli però non ha attivato subito questi posti resi disponibili dal Comune, e abbiamo tutti sollecitato che lo facesse. Questo è avvenuto alla vigilia di Napoli-Udinese di questo campionato, 26 settembre 2023. Il Napoli mi ha permesso, grazie sempre all’intermediazione della vicepresidente del consiglio comunale Flavia Sorrentino, di operare un sopralluogo all’interno dello stadio poco prima del match, accompagnato da due dirigenti della società. Tutto regolare nel settore dei Distinti (120 posti) e nella tribunetta dedicata (44 posti). In quello delle curve inferiori, quello della foto e più a rischio, in quell’occasione furono venduti solo 6 biglietti (nel contempo il Napoli aveva deciso di aumentare il costo di quei biglietti, prima erogati quasi a costo zero), e quindi criticità prevedibili nella fattispecie non si mostrarono. Ma provvidi subito, avendo finalmente l’occasione di interfacciarmi con un dirigente del Napoli, di sapere come avrebbero risolto le problematiche relative alla visione di quei posti. Il responsabile mi disse che avevano sollecitato gli steward ad un lavoro più attento, chiedendo la collaborazione delle forze dell’ordine eventualmente.
Una soluzione che non mi convinse del tutto: ma, d’altronde, quei posti (come detto prima) sono nati male. Al Comune suggerii l’alienazione delle due file antistanti le postazioni, in modo che se anche l’avessero vista in piedi i tifosi, la visione sarebbe stata garantita. In alternativa, una pedana che rialzasse questi posti. Si tratta di interventi che può fare solo il Comune. Il risultato è che, quando non si registra il sold out, in quei settori non c’è molta gente e bene o male capita di riuscire a vederla decentemente. Quando il match ha più pubblico, la problematica si ripresenta uguale.
Il personale è incapace di far sedere le persone; qualche volta, di fronte a proteste più vivaci, hanno spostato qualche tifoso in carrozzina nella tribuna family. Ma il problema non si risolve. Pertanto il Comune deve RAPIDAMENTE decidere per un intervento, che sia una delle soluzioni proposte o altro, e il Napoli nel frattempo deve provare, nei limiti del possibile, a controllare il settore più intensamente come promesso. E questo avviene con un dialogo tra le parti.
Quei posti sono un diritto e vengono pagati. Tra l’altro il Comune aveva anche promesso, nero su bianco, che avrebbe portato a 278 (il vero requisito minimo) i posti destinati, e interventi per segnaletica ad alta visibilità, percorsi tattili e superfici tattili in lingua braille; a che punto sono? Lo ripeto ancora una volta; questa è una battaglia di civiltà. Girarsi dall’altra parte non è perdonabile".
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