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THE WINNER IS – CALLEJON, furbo come una volpe e veloce come una lepre

THE WINNER IS – CALLEJON, furbo come una volpe e veloce come una lepre

THE WINNER IS - CALLEJON, furbo come una volpe e veloce come una lepre. Ecco la rubrica del "vincitore"

Redazione

Cari lettori di CalcioNapoli1926.it eccoci alla rubrica "THE WINNER IS" che ha lo scopo di decretare il vincitore della settimana in base ad una serie di parametri quali: la morale, l'etica, la bravura, l'intelligenza ma ci sarà anche spazio all'ironia e la satira.

Questa settimana tutti gli azzurri, per il match di ritorno di Champions League contro il Paris Saint-Germain, hanno compiuto un'ennesima super prestazione. Carlo Ancelotti non ha alcuna intenzione di sfigurare nella competizione europea e infatti l'ha dimostrato partita dopo partita.

KOULIBALY - è stato un muro: la sua entrata su Mbappé e il suo sradicargli il pallone risulta una scena teatrale. La sua entrate è trionfale sul francese e tutto il San Paolo non può che alzarsi e applaudire come se avesse appena visto uno spettaccolo dell'opera: sublime, Mbappé sta ancora cercando il pallone.

ALLAN - come suo solito è un mastino napoletano, morde le caviglia di chiunque: è il peggior incubo di qualsiasi calciatore, sente il suo fiato sul collo. Hanno paura, hanno timore, col brasiliano bisogna smistare il pallone il prima possibile. Ma l'avversario non ha neanche il tempo di pensarlo che la bestia l'ha già addentato, ferito e abbandonato: pauroso, Neymar ha gli incubi.

INSIGNE - Prende la palla più pesante della partita: è un macigno. Di fronte alla sua gente, al suo popolo, non può sbagliare: ma il tasso di errore è altissimo, l'emozione certe volte tradisce per beffare del tutto. Dinnanzi a sé non ha neanche uno sconosciuto, è il solito Gigi Buffon, quante volte l'avrà visto e quante volte si sono trovati così. Lo scugnizzo però non è più un ragazzino ma un uomo con le spalle larghe che deve portare su un popolo intero: Buffon è spiazzato, grande coraggio.

Ma il vero vincitore di questa settimana è colui che è stato un passo davanti agli altri. La sua intelligenza, la sua astuzia, la sua scaltrezza ne hanno fatta da padrone e gli hanno fatto avere la meglio: è José Maria CALLEJON.

Lo spagnolo è furbo come una volpe e veloce come una lepre: e no, non si sta parlando di una delle favolette di Fedro o di Esopo. Qui non c'è alcuna cicala o formica, nessun lupo e agnello: c'è soltanto un numero 7 scatenato, indemoniato. José cambia completamente il volto della partita.

INTELLIGENZA - E' ormai noto che una delle doti più grandi dell'esterno offensivo è sicuramente l'intelligenza, è avanti agli altri. Ha sempre un attimo in anticipo ma non soltanto a livello fisico, come movimento, quello è semplicemente una conseguenza della sveltezza mentale: e lì che c'è la vera differenza. Perché di calciatori veloci ce ne sono e di certo lo spagnolo non ha il primato, ma di velocità mentale, di rapidità di ragionamento no. Sicuramente non lo scopriamo soltanto martedì, i suoi tagli fatti col compasso, coadiuvati da Insigne, precludono un'intelligenza che è sopraffina.

FURBIZIA - E' sicuramente uno dei più furbi del Napoli. Spesso gli azzurri sono sempre estremamente ingenui mentre José sa il fatto suo. La sua esperienza la fa da padrone. I suoi 31 anni sulle spalle pesano e non in maniera negativa: la sua età gli consente di capire quando serve quel pizzico di astuzia che cambia una partita. Da vero giocatore sa che, in certe partite (se non tutte), sono i singoli episodi che fanno la differenza. Lui ha deciso di dimostrare a tutti quanto sia vero.

VELOCITA' - Come già detto prima, velocità di pensiero e d'azione. Vede una palla interessante, decide di fiondarsi con tutto sé stesso: è il primo errore della partita di Thiago Silva. Vede Buffon che sta uscendo con forza e decisione, non c'è altro da fare per Callejon: bisogna arrivare per primi sul pallone.

NUMERO 7 - Nella serata delle grandi attese e delle enormi emozioni per il ritorno al San Paolo di Edinson Cavani, beniamino dei tifosi, lo spagnolo si fa sentire più delle altre volte. Sarà che dietro alle spalle ha attaccato il numero che l'uruguaiano gli toglierebbe nel caso in cui dovesse venire. Ma il caso vuole che fu proprio lo spagnolo, all'epoca nel 2013, a prendere la maglia del Matador. L'ex Real Madrid di fronte al proprio pubblico dimostra come il vero numero 7 è lui.

di Claudia Vivenzio