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Vincere non è l’unica cosa che conta, almeno per gli addetti ai lavori del mondo del pallone. Non

Vincere non è l’unica cosa che conta, almeno per gli addetti ai lavori del mondo del pallone. Non

Vincere non è l’unica cosa che conta, almeno per gli addetti ai lavori del mondo del pallone. Non si spiegherebbe, altrimenti, la meritata valanga di riconoscimenti assegnati nelle ultime settimane a Maurizio Sarri: anche se...

Redazione

Vincere non è l'unica cosa che conta, almeno per gli addetti ai lavori del mondo del pallone. Non si spiegherebbe, altrimenti, la meritata valanga di riconoscimenti assegnati nelle ultime settimane a Maurizio Sarri: anche se l'allenatore toscano si avvia a concludere la sua seconda stagione alla guida del Napoli senza avere conquistato alcun trofeo. Ma la qualità del suo calcio continua a fare proseliti, in Italia e ora pure all'estero. Prima la 'Panchina d'oro', strappata al pluridecorato Massimiliano Allegri, al quale non è bastato mettere le mani sul terzo scudetto di fila con la Juventus.

Ieri il prestigioso premio intitolato al ct campione del mondo Enzo Bearzot, che una giuria del Coni ha deciso di assegnare al tecnico azzurro (consegna a Roma il 30 maggio) per esaltarne l'inarrestabile scalata delle ultime stagioni. 'La sua carriera parla per lui: è passato dalle categorie inferiori alla Champions League senza mai tradire sul campo il concetto di bellezza, al di là della sua speciale capacità di rafforzare la coesione tra i giocatori'.

Sarri pigliatutto, insomma. Lo hanno scoperto pure in Francia, dove è balzato in un qualificato sondaggio del quotidiano sportivo l'Equipe al ventitreesimo posto nella classifica mondiale dei migliori allenatori del momento: davanti tra gli altri a Lippi, Blanc, Pellegrini, Spalletti, Van Gaal e al suo predecessore, Benitez. 'Il tecnico del Napoli sta stupendo con il suo calcio internazionale: un mix tra quello spagnolo e tedesco, che si potrebbe definire un tiki taka verticale, sempre proiettato all'attacco '. Belle parole a cui si sono aggiunte quelle del presidente federale Carlo Tavecchio. 'Don Maurizio è un innovatore, ricorda Sacchi. Chissà che non possa esserci anche per lui un futuro da ct della nostra Nazionale..'.

Difficile che possa accadere, almeno nel breve periodo. Sarri è infatti legato al Napoli da un contratto lungo e molto difficile da interrompere , di cui proprio ieri Aurelio De Laurentiis ha svelato ufficialmente le condizioni: peraltro già note. 'Confermo che in caso di addio anticipato del nostro tecnico esiste una clausola penale da 8 milioni a favore della società, a partire dal 2018'. La panchina azzurra è dunque blindata per almeno altre tre stagioni, salvo improbabili colpi di scena. Il presidente, in un'intervista concessa a Bein Sports, è stato invece più possibilista sulle altre situazioni in bilico. 'Credo che Mertens voglia restare con noi, ma bisogna capire cosa ne pensa la moglie. Se i loro problemi familiari si risolveranno, siamo pronti ad accogliere Dries a braccia aperte'.

Neppure il ritorno della signora Kat, che è in città già da una decina di giorni, è bastato però a sbloccare finora la trattativa: condizionata pure dalle sirene cinesi e soprattutto inglesi, su cui il belga sta riflettendo. Non sono invece arrivate al momento altre offerte per Koulibaly. 'Un anno fa il Chelsea di Conte si fece avanti con 55 milioni: la risposta fu no. Le nostre cessioni sono infatti sempre subordinate al via libera da parte dell'allenatore: quando ritiene d'avere a sua disposizione delle alternative altrettanto valide'.

Tutta un'altra storia, secondo De Laurentiis, la dolorosa telenovela di Higuain. 'Mi ha indicato con il dito, per assolversi davanti ai tifosi napoletani. Ma loro non sono stupidi, capiscono perfettamente. Non puoi tradire la squadra dove hai giocato e dove ti sei affermato, come ha fatto il Pipita, per andare all'acerrima nemica di sempre, che è la Juve. Credo che sia stata una caduta di gusto da parte di Gonzalo, in cui non c'entra più nè il presidente nè il fratello manager del giocatore: c'entra soltantola sua cultura, che ha dimostrato di essere piccola..'. La ferita resta ancora aperta, insomma: in attesa del prossimo botta e risposta a distanza. C'eravamo tanto amati. Repubblica.