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Quando Vialli disse “no” al Napoli di Maradona: “Io da Genova non mi muovo!”

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Vialli e quel "no" al Napoli di Maradona per amore della Sampdoria- Il Mattino

Raffaele Troiano

Nella giornata di oggi, il mondo del calcio è sprofondato in un profondo dolore: infatti, a soli 58 anni, si è spento Gianluca Vialli. L'edizione serale de Il Mattino, nel giorno della morte dell'ex calciatore, ha rivelato un retroscena: il celebre attaccante della Sampdoria avrebbe rifiutato anche la corte del Napoli di Diego Armando Maradona. Ecco quanto è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it.

Vialli, il "no" al Napoli di Maradona per amore della Sampdoria- Il Mattino

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Di seguito le parole dell'edizione serale de Il Mattino:

"Nella primavera dell’87, pazzo di gioia per il primo scudetto vinto nella storia del Napoli, Corrado Ferlaino contattò uno degli amici più cari nel mondo del calcio, Paolo Mantovani, il presidente della Sampdoria, e gli propose un affare. Poco tempo prima Mantovani era stato elegantemente respinto con un sorriso quando mise sul tavolo un assegno in bianco per il cartellino di Diego Armando Maradona e a lui l’ingegnere chiese Luca Vialli. Il calciatore che, con Roberto Mancini, componeva un formidabile tandem d’attacco nella squadra guidata da Vujadin Boskov. Alla fine della stagione ‘86-‘87, a 22 anni, aveva segnato 16 reti con i blucerchiati".

Il possibile accordo

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"Mantovani, nell’incontro su uno yacht al largo di Positano, fece capire a Ferlaino che si poteva trovare l’accordo. Ricorda l’ex presidente che vinse col Napoli due scudetti e la Coppa Uefa: "Mi spostai da Capri a bordo della mia barca quando seppi che Mantovani era arrivato in Costiera. Avevo ottimi rapporti con tutti i presidenti di Serie A e in particolare con lui. Trascorremmo una vacanza di due giorni, parlando tanto di Vialli. Attaccante straordinario, segnava moltissimo e volevo portarlo al Napoli. Concordammo anche la cifra. Che adesso non ricordo...ma lo dico sinceramente: per avere a Napoli un calciatore forte, in grado di far vincere la squadra, i soldi li avrei trovati sempre e comunque".

"Io da Genova non mi muovo"

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"Mantovani era molto facoltoso ma non era un presidente–padrone. Infatti la Sampdoria era una vera famiglia, con Roby e Luca che avevano il ruolo di leader, e per lui la volontà dei calciatori contava e volle ascoltare Vialli. Che ringraziò, indirettamente, Ferlaino e il Napoli ma fu netto: "Io da Genova non mi muovo". E sarebbe stato coerente quando anche Silvio Berlusconi e il Milan bussarono alla porta della Samp. Vialli lasciò Genova nel 1992, un anno dopo lo storico scudetto e appena dopo la finale di Coppa dei Campioni persa a Wembley contro il Barcellona per trasferirsi alla Juve, la sua terza e ultima squadra italiana, prima di volare a Londra, firmando per il Chelsea".

Il motivo del rifiuto

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"Perché Vialli disse no al Napoli e a Maradona, che era un suo grande estimatore? Secondo Ferlaino, vi fu lo zampino dell’amico del cuore di Luca, il Mancio: "Un’impressione, ci mancherebbe, però credo che Mancini avesse voce in capitolo nelle questioni di mercato. Comunque, pochi giorni dopo la vacanza a Positano conclusa con una stretta di mano mi arrivò la telefonata di Mantovani, che si scusava e mi informava che Vialli non si sarebbe mosso da Genova". Perché quel rifiuto, anche davanti alla possibilità di lottare per lo scudetto e giocare in Coppa dei Campioni, accanto al più grande calciatore al mondo? Possibile che Luca e Mantovani avessero ascoltato il parere del Mancio? Vialli ha ricordato qual era la dinamica all’interno di quella Samp, tutt’altro che una provinciale, considerando i mezzi a disposizione della proprietà e la qualità dei calciatori: "Ogni volta che entravo nell’ufficio di Mantovani sentivo il presidente dire che voleva ribaltare le gerarchie del calcio. E quelle parole mi facevano camminare sulle acque", spiegò in un’intervista ad Il Corriere della Sera alcuni anni fa, quando a cuore aperto parlò di se stesso e del tumore che aveva sconvolto la sua esistenza. Con il Napoli vi sarebbe stato il passaggio di consegne dal ‘90, l’anno del secondo e ultimo scudetto degli azzurri, al ‘91, l’anno del trionfo blucerchiato nel segno appunto di Mancini e Vialli, che segnò una fantastica doppietta contro gli azzurri di Bigon nello scontro diretto del 18 novembre a Fuorigrotta".