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Ventura: «Per la Nazionale rifiutate offerte importanti, non rifarei quella scelta»

Ventura: «Per la Nazionale rifiutate offerte importanti, non rifarei quella scelta»

ROMA – Gian Piero Ventura, ospite in studio ieri nel corso del programma ‘Pressing’, in onda alle ore 23.30 su Canale 5, ha toccato diversi argomenti: ‘L’Inter? Ha vinto una gara non facile perchè ha incontrato...

Redazione

ROMA - Gian Piero Ventura, ospite in studio ieri nel corso del programma 'Pressing', in onda alle ore 23.30 su Canale 5, ha toccato diversi argomenti: 'L'Inter? Ha vinto una gara non facile perchè ha incontrato la miglior Spal della stagione. Andare a vincere a Ferrara dopo aver subito il gol del pareggio è stato unsegnale importante; credo che possa ancora migliorare tanto ma la prima mezz'ora è stata da grande squadra' afferma l'ex ct azzurro, che poi passa alla Juventus: 'E' una squadra che non molla niente, ha grinta e sacrifico abbinati a qualità assolute, senza quelle non vinci. I primi 45' contro l'Udinese sono stati quasi imbarazzanti, tanta era la differenza tra le due squadre. E' vero che la Juve è partita con il diritto e il dovere di essere la favorita assoluta ma penso che questo campionato sia diverso rispetto a quello dello scorso anno. Non so se questa sia la Juventus più forte di sempre, ma è sicuramente la rosa bianconera più forte di sempre. Su questo non c'è nessun dubbio: se guardiamo la panchina della Juventus ci sono almeno sette giocatori che giocherebbero titolari nelle migliori squadre della Serie A'.

SUL NAPOLI - Ventura prosegue: 'Nuovo ruolo di Insigne? Quando ero in Nazionale i problemi erano altri, chi pensava che il problema fosse se giocava oppure no Insigne era fuori strada. Ancelotti ha avuto un'ottima intuizione, prima Lorenzo faceva soprattutto assist, oggi invece fa tanti gol. Ma dietro a questa idea ci sono quattro mesi di lavoro, non certo le 48 ore che si hanno in Nazionale: le chiacchiere quindi se le porta via il vento, conta aver la possibilità di poter lavorare. Dopo le ultime due gare della Nazionale nessuno parlava di Insigne, o almeno non in questi termini: bisogna essere un attimo coerenti". Il discorso continua a vertere sui partenopei: 'Il Napoli sta facendo bene ma l'anno scorso ha fatto 91 punti, non parliamo ora di exploit. Ho visto gli azzurri contro il Torino e nella prima mezz'ora potevano chiudere la gara: giocano un calcio vero, erano una squadra bellissima da vedere con Sarri e lo sono ancora con Ancelotti che sta coinvolgendo tutti e sta facendo felice De Laurentiis. Il distacco con la Juventus? Rimane un problema, sei punti sono tanti". Sulla sua passata esperienza al Napoli: "Quando ilo allenavo io mancava tutto, non c'erano neanche i campi, ci allenavamo nelle aiuole. Se in pochi anni si è passati dalla Serie C alla Champions e si è creata una mentalità bisogna fare i complimenti a De Laurentiis. Spero possa fare lo stesso con il Bari, io sono barese di adozione'.

GIOCATORI DA NAZIONALE - Sulla possibilità di convocare Allan in Nazionale, l'ex commissario tecnico si esprime così: 'L'Allan di quest'anno è completamente diverso da quello degli scorsi anni: ora è un giocatore maturo, consapevole e determinante nel suo ruolo. Se fosse possibile sarebbe un grande colpo per la Nazionale'. Su Cutrone e il suo paragone con Pippo Inzaghi: 'Secondo me ha grandissime prospettive per il futuro: il confronto con Inzaghi non è azzardato perchè ha movenze, intuizioni e lettura dei tempi della palla importanti. Non lo conoscevo come giocatore e mi ha sorpreso perchè raramente sbaglia una partita; entra e fa gol oppure è pericoloso. Penso sia molto confortante per il futuro dell'Italia'. Su Balotelli che poteva essere convocato in Nazionale in caso di qualificazione ai Mondiali 2018, dichiara: 'Volevo fare un tentativo per recuperarlo. Sono andato a parlarci e gli ho detto queste cose. Ma questo è successo prima della sfida contro la Spagna'. Su Chiesa e Immobile Ventura afferma: 'Federico con noi aveva fatto gli stage. Sta crescendo mese dopo mese, il Chiesa dello scorso anno era al 50% di questo. Ha una crescita continua, è un talento e ben venga anche lui. Ciro ha avuto una partenza non buonissima però si sta riprendendo. Da quando è stato capocannoniere al Torino ha continuato a mantenere ritmi realizzativi altissimi. Parliamo di un giocatore che si sta confermando e mi auguro per il bene di Mancini che si confermi anche in nazionale perchè ne ha bisogno'.

SULLA PARTITA CON LA SVEZIA - 'Sì, ci ripenso ma non nel senso che magari si può pensare. Molti ripensano alla partita con la Svezia, io penso a quello successo prima di quella sfida. Siamo arrivati alla partita con la Spagna dopo 8 vittorie e 2 pareggi con Spagna e Germania, con 14 giocatori che avevano esordito e con gli stage dove molti giovani si sono avvicinati alla magli azzurra. Tutto questo prima della Spagna perchè prima della Spagna io ero l'allenatore della Nazionale. Poi abbiamo perso contro la Spagna ma era uno scenario prevedibile: in quel momento loro erano una delle squadre più forti del mondo e tutti dicevano che molto probabilmente saremmo andati ai playoff. Poi quando è successo questa cosa non è stata più accettata. Mi sono dato un'infinità di colpe personali quando ho capito che non ero più l'allenatore e avrei dovuto lasciare molto prima. Le colpe sono state anche di aver accettato delle situazioni che ritenevo inaccettabili. Ad esempio, quando sono stato delegittimato, nel momento in cui sono stato nominato il nuovo CT. Ma non è una critica, è una constatazione di quello che è avvenuto. Le gare con la Svezia sono state due sfide in cui non abbiamo subito neanche un tiro, dove abbiamo sbagliato gol a porta vuota e preso pali a portiere battuto. Ma nel calcio ci sta non ottenere il risultato, è il come ci siamo arrivati che non è andato bene: non c'erano i presupposti per una vittoria" ricorda amaro Ventura.

FERITO DALLE OFFESE - "Io dopo la Svezia ho sentito alcuni giocatori come Buffon - prosegue l'ex allenatore di Bari e Pisa - Per me è stata una ferita umana perchè quello che è successo dopo è stato grave. Sono state dette un sacco di falsità, come che sono scappato dal ritiro e altre cose terrificanti. Non ho querelato perchè era un momento in cui non avrebbe avuto senso. Nei tre mesi successivi ho provato una grande sofferenza interiore. Ho accettato la Nazionale per amore della maglia azzurra, ho rifiutato altre offerte importantissime di società di prima fascia. Non rifarei assolutamente questa scelta, non la rifarei da italiano e da chi ha sofferto per la Nazionale. Con Lippi sarebbe stato diverso, non mi avrebbero delegittimato. Ma ormai è il passato, ho visto Mancini e gli ho fatto l'in bocca al lupo perchè ne ha bisogno. Il tempo adesso sta spiegando che è un sistema difficile. Abbiamo un'infinità di giovani potenzialmente forti, come Chiesa, Bernardeschi e Barella, ma il vero problema è il sistema che rende difficile tutto questo. Oggi non ci sono più i blocchi di una sola squadra, adesso quando va bene abbiamo due giocatori per squadra che giocano in maniera diversa e si ha poco tempo. La sconfitta con la Svezia ha un valore epocale, su questo non c'è dubbio. Devono essere accettate anche le critiche più accese ma non le offese all'uomo. Non c'è stato rispetto e questo un po' mi ha ferito. In quei momenti mia moglie mi è stata molto vicino'.

OBIETTIVI FUTURI - Sul futuro e sulla voglia di tornare ad allenare, dichiara: 'Mi auguro che la mia carriera non sia finita. Non posso pensare che due sconfitte cancellino 35 anni della mia vita. Non posso pensare che diminuiscano la mia voglia. Ho grande voglia di tornare in campo per dare risposte, ho delle scariche di adrenalina pazzesche. Ho ricevuto delle proposte, adesso vediamo. Ho fatto un'estate lunga e preferisco non ripetere questa esperienza'. Sul Mondiale di Russia, Ventura conclude: 'Il Mondiale non credo abbia mostrato un calcio straordinario ma ha spiegato molte cose. Ha spiegato cosa significa delegittimare un allenatore come è successo a Sampaoli, ha spiegato che cacciare un ct il giorno prima del Mondiale destabilizza una delle nazionali più forti al mondo. Nel calcio le parole hanno un senso ma i fatti sono altri'. Corriere dello Sport.