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Ungheria, Rossi: "In Lega Pro bisogna pagare per lavorare, è sleale. Vi racconto"

Ungheria, Rossi: "In Lega Pro bisogna pagare per lavorare, è sleale. Vi racconto"

Marco Rossi, c.t. dell'Ungheria, ha parlato ai microfoni del Corriere del Mezzogiorno

Redazione

Marco Rossi, c.t. dell'Ungheria, ha parlato ai microfoni del Corriere del Mezzogiorno. Ecco le sue dichiarazioni: "Per necessità, prima di andare all’estero ho allenato in Italia in serie C, spesso in squadre in condizioni finanziarie complesse, una situazione che purtroppo è frequente in Lega Pro. In Campania sono stato alla Scafatese, dove non ci pagavano gli stipendi, è stata bella solo l’esperienza dal punto di vista umano perché nonostante le difficoltà abbiamo raggiunto la salvezza, e alla Cavese.

A Cava de’ Tirreni sono stato esonerato a febbraio del 2011 e fino a giugno 2012 non ho trovato squadra, molti personaggi anche storici del mondo del calcio mi hanno proposto di pagare per allenare, cioè di anticipare dei soldi che poi mi avrebbero ridato.

E’ sleale, tanti miei colleghi bravi non lavorano in virtù di queste situazioni. Ho avuto una discreta carriera da calciatore ma per mantenere la mia famiglia avevo bisogno di lavorare e incideva ancora l’esperienza di Scafati dove ho lavorato gratis. Andai a trovare un amico che ha un ristorante a Budapest, per la prima volta nella mia vita decisi di propormi, chiamai Fabio Cordella, direttore sportivo all’Honved Budapest. Ho iniziato da lì, poi ho vissuto una stagione in Slovacchia, all’Fk Dac prima che arrivasse la chiamata della federazione ungherese".