Turnover, in Europa chi non lo fa vince di più, ma Ancelotti li ruota tutti

Solo gli sciocchi non cambiano mai idea, ma che dire di chi la cambia troppo spesso? Sembrerebbe altrettanto negativo, almeno per quanto riguarda i club italiani, spagnoli, francesi ma anche inglesi e tedeschi, che tanto più volano in campionato quanto più si affidano sempre allo stesso zoccolo duro di fedelissimi. È quanto emerge dall’ultimo rapporto stilato dal Cies, l’Osservatorio sul calcio europeo in Svizzera, condotto su dati Opta. Analizzando le strategie di turnover portate avanti dalla stagione 2005-2006 ad oggi nei principali campionati del continente, emerge con forza un dato che ha dell’incredibile: più le squadre si affidano al turnover, peggio finiscono la stagione. E straordinariamente, le rotazioni più massicce degli ultimi 13 anni sono state portate avanti proprio dai club che l’hanno conclusa con una retrocessione. Inoltre, strano ma vero, l’Italia è ultima, fra le big 5, in quanto a “fedeltà” verso i titolari: nel periodo considerato, i nostri club hanno ruotato ciascuno in media 28,85 giocatori all’anno, utilizzando i propri titolari per il 70,32% del tempo.

Ma se Sarri non cambiava mai, ecco che Ancelotti sembra essere di tutt’altro avviso. Nelle prime 11 giornate di questo campionato, l’allenatore dei record ha già ruotato quasi tutti, relegando i titolari - o presunti tali - a scendere in campo per il 72,73% del tempo. Nessun posto fisso, che relega il club azzurro al penultimo posto in quanto a minutaggio degli 11 più utilizzati, davanti al solo Bologna.

Per quanto riguarda le altre in A, finora è l’Udinese la regina delle fedelissime, seguita a ruota dalla solita Fiorentina, che quest’anno non ha ancora fatto riposare la difesa titolare. Le grandi invece sembrano voler sperimentare di più, in vista dei numerosi impegni di Coppa che, speriamo tutti, dovranno sostenere il più a lungo possibile.

CDS