The Turning Point – Fabiàn sale in cattedra, ma al Napoli non basta

Cari lettori di CalcioNapoli1926.it, la rubrica The Turning Point ha lo scopo di analizzare la chiave di volta dei match giocati dal Napoli. Campionato, Champions League o Coppa Italia assisteremo sempre ad un episodio che cambierà le sorti dell'incontro e noi saremo pronti a raccontarvelo.

I giovani sono il futuro e a Napoli il caso di Fabiàn ne è la conferma. Uno spagnolo, classe '96, che non fa scalpore agli occhi del tifoso e di chi non lo conosce.

Arriva dal Betis in silenzio e si mette al lavoro sotto la guida diligente e sapiente di Ancelotti che di centrocampo se ne intende.

Dopo un inizio di campionato un po' compassato a causa del periodo di adattamento ed il passaggio dalle dinamiche spagnole a quelle italiane, è riuscito ad imporsi atleticamente e tecnicamente. Ad Udine ha stupito il suo gol di destro (da mancino) alla Insigne. A Parigi è stato impiegato in più ruoli nel corso dei novanta minuti ed ha fatto bene in ogni posizione, offrendo una prestazione di altissimo livello.

Al San Paolo invece è riuscito a salire in cattedra stupendo tutti, nuovamente. Bravura nel tenere palla, inserimenti con tempi e spazi giusti, scarichi sempre precisi ed intelligenti: unico rammarico, forse, è quel passaggio ad Insigne al centro dell'area di rigore dopo aver saltato due uomini. Lì, probabilmente, avrebbe dovuto osare e calciare.

"Fabiàn è un grande giocatore, con grande qualità e personalità. È stato un grande acquisto.

Sottovalutato? Da chi? Da noi no e neanche dal Betis perché ce lo hanno fatto pagare caro". Queste parole, pronunciate da Ancelotti a fine partita, sanno di un elogio carico di responsabilità.

Purtroppo, però, Fabiàn ed il Napoli sono stati stregati contro la Roma da una maledizione ed hanno trovato un Olsen in serata di grazia. Il pareggio contro i giallorossi lascia l'amaro in bocca e conta ben poco ai fini della classifica.

Redazione - Armando Inneguale e Luca D'Isanto

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