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Spalletti: “Osimhen mi ricorda Weah. Napoli trasmette gioia. Onoreremo sempre questa maglia”

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Le parole di Luciano Spalletti

Sara Ghezzi

Luciano Spalletti dopo la vittoria del suo Napoli contro il Legia Varsavia in Europa League quest'oggi a Casa Corriere Festival al Palazzo Reale evento organizzato da Il Corriere del Mezzogiorno. La conferenza è possibile seguirla su Radio Kiss Kiss Napoli.

Le parole di Luciano Spalletti sul Napoli

Spalletti: “Osimhen mi ricorda Weah. Napoli trasmette gioia. Onoreremo sempre questa maglia”- immagine 2

Di seguito le sue parole:

Sulla vittoria di ieri

"La vittoria di ieri è stata importante perché noi ci eravamo complicati un po' la corsa alla qualificazione. Ora abbiamo rimesso a posto le cose. Trovavamo un avversario che dopo un momento di difficoltà in campionato aveva fatto risultati in Europa League e che ha cambiato allenatore prendendo un allenatore interessante. Ora ci sono queste tempistiche così ristrette per preparare le partite. I calciatori devono dimostrare di essere dei professionisti impeccabili. Noi abbiamo la fortuna, ma anche per bravura della società, di aver reclutato dei calciatori di tutta qualità, pieni di professionalità, puntualità".

Sulla prestazione

"Ieri non siamo entrati bene in campo, l'abbiamo un po' sporcata la partita. Avevamo qualità superiore, dunque dovevamo avere una idea precisa su cosa fare, non bisognava perdere di vista il nostro equilibrio. Invece poi abbiamo concesse un paio di possibilità e gli altri sono stati bravi a sfruttarli. A fine partita ho fatto i complimenti perché poi abbiamo messo a posto le cose. Con i cambi, mettendo in campo gli altri titolari. Con la nuova regola delle 5 sostituzioni le partite spesso vengono determinate da chi entra dopo. È una regola importante perché con le 5 sostituzioni si possono cambiare il 50% della squadra e si può ribaltare il risultato, come avvenuto ieri. Non è facile far capire che chi entra dopo non è una riserva, ma i titolari dei 30 minuti, dei 60 minuti, come dico sempre"

Sull'alternanza

"Un allenatore deve essere giusto, deve evidenziare il percorso da fare, essere credibile. Bisogna infondere delle cose che si devono conoscere. Sappiamo bene quale strada indicare, dove portare la squadra. I ragazzi hanno fatto vedere che sono interessati e partecipano a questo discorso. Ho imparato tante cose perché qui ci sono calciatori del livello di Koulibaly, Insigne, Fabian, che sanno da soli come si fa. Io quando dico cose intelligenti sono cose che dicono loro (ride, ndr). Non riesco a gioire più di tanto quando finisce la partita. Io dentro la partita do occhio a tutto, come ricerca, come impegno, sono proprio fatto così. Il pensiero va subito all'altra partita perché arriva sempre a distanza ravvicinata. I calciatori vanno esaltati perché il gruppo ne esce rafforzato. È cresciuta la mentalità della squadra. A me piacesse se i miei calciatori venissero paragonati all'istinto del predatore, che quando vede la preda la porta a casa. Se riuscissero i miei calciatori ad essere un po' predatori così, che quando vedono la partita vogliono vincerla sempre, sarebbe importante"

Su che giocatore gli ricorda Osimhen

"A chi paragona Osimhen? Weah. È probabilmente meno tecnico, ma ugualmente forte dal punto di vista della qualità. Van Basten è più tecnico, ma Osimhen più giovane e può arrivare a quei livelli lì".

Sul calcio degli anni 80-90

" Negli anni 80'-90' il calcio era un’altra cosa. Io ero in fila con un biglietto in mano perché allora le partite le si vedevano allo stadio, si conoscevano le formazioni, sapevamo tutto delle squadre, perché eravamo così passionali. Ma in quegli anni, nonostante il Milan avesse grandi campioni, il Napoli aveva Diego Armando Maradona e non ne nascono più"

Sui fischi allo stadio

"Per me diventa facile reagire ai fischi di Roma perché io ho la coscienza a posto. Anche se si paga il biglietto si può fare quello che si vuole. Io non porterei mai mio figlio a insultare qualche adulto allo stadio. Perché da questi comportamenti che si porta a legittimare la discriminazione verso gli altri. Bisogna partite dalle scuole. Ci si rimane male, e penso che portare i figli ad assistere a certe cose sia deprimente".

Su Roma, Milano e Napoli

"Quando sono arrivato ho detto di aver completato il tour dell’anima. Paragonando Roma e Napoli in qualcosa si assomigliano. Io la pressione me la produco da solo. Io ho bisogno di pressione per rendere al massimo. Se ho pressione nella testa riesco a dare il meglio di me stesso. Così trovo il veleno per non essere in difficoltà e poter rispondere al meglio".

Roma e Napoli ti bruciano anche se non sei pronto per quello che può essere l’amore e la passione di queste città. Milano è più moderata, ma ti sorveglia se non vai a fare quello che devi con quelle squadre.

Quando arrivi a Napoli ti dicono che questa città è gioiosa, ma lo capisci solo quando ci entri dentro quanto lo sia realmente. Io non faccio una vita mondana, rimango tutto il giorno a Castel Volturno. Ho la famiglia a Milano quindi mi porto con il lavoro avanti. Ma a cena fuori qualche volta vado, perché si mangia bene. Per farvi capire questa città ad esempio quando siamo arrivati abbiamo trovato traffico. Sulla tangenziale con il traffico ci sono queste moto che ti passano ovunque e non capisci mai da dove arrivino. Sembra di essere al Luna Park. Questa vivacità, questo voler essere intensi, voler essere attaccati alla squadra. Questo voler dire sei hai bisogno i sono qui."

Sulla mozzarella

"Con la mozzarella mi danno un limite, altrimenti io non mi fermerei mai".

Sulle condizioni della squadra in vista della sfida contro il Verona

"Adesso tutti si aspettano quel livello lì, alto, ma ce lo aspettiamo anche noi da noi stessi. Dovremo fare una prestazione corretta, dobbiamo esigerla perché si fa una linea di demarcazione e non si torna indietro. Nella felicità di questi risultati abbiamo scoperto tante belle cose e vogliamo darvi seguito, continuità. Quando si va ad attaccare bisogna concludere l'azione, è la stessa cosa. Noi siamo una squadra che ora si conosce abbastanza bene, ma può ancora crescere. Sono fiducioso di poter fare ancora meglio",

Sull'assenza di Koulibaly contro il Verona

"Le mancherà il suo comandante Koulibaly?Sua maestà mancherebbe a tutti. Ma abbiamo una rosa che ci permette di stare tranquilli perché ci sono calciatori capaci di affrontare ogni situazione, come accaduto ieri".

Sul sogno Scudetto

 "Abbiamo una maglia importante che va riempita con cose importanti. Evidenziare quella qualità lì deve esserci sempre, non possiamo vestirci una volta in un modo e un'altra in un altro. La possibilità di star bene con noi stessi e vincere le partite ce la daremo sempre. Vogliamo andare a vincere più partite possibili, poi se ci sono squadre più forti di noi lo vedremo strada facendo. Vincere le partite dipenderà da molte cose, ma noi ci prepareremo bene".