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Spalletti, la sua comunicativa colpisce: spontaneo e riflessivo prima dell’Inter

spalletti conferenza

Luciano Spalletti e la sua comunicativa quasi perfetta prima della sfida contro l'Inter

Sara Ghezzi

Luciano Spalletti è uno di quei personaggi che non sempre entra facilmente nelle grazie della stampa. Infatti spesso in passato è stato attaccato dalla stampa per i suoi modi non sempre convenzionali e banali. Il tecnico toscano ha una grande capacità comunicativa che gli permettono di gestire i momenti delle conferenze o delle interviste a suo piacimento. Ma sempre con totale sincerità ed educazione. In questi suoi primi mesi napoletani ha fatto vedere il meglio sia sul campo che in sala stampa. In particolar modo ieri, alla vigilia di una partita importante come Inter-Napoli, ma soprattutto per lui speciale a livello emotivo. Infatti a MilanoSpallettiha gettato le basi dell'InterCampione d'Italia, ma non è stato trattato nel migliore dei modi dalla dirigenza. Eppure nonostante questo turbinio di sensazioni ancora una volta ha mantenuto la sua calma e la sua comunicativa quasi impeccabile, facendo trasparire emozione, senza strafare.

Spalletti, la comunicativa alla vigilia della sfida contro l'Inter colpisce: spontaneo, riflessivo ed emozionato

inter napoli

Sull'edizione odierna de Il Corriere del Mezzogiorno la giornalista Monica Scozzafava ha firmato un articolo proprio sulla comunicativa del tecnico toscano, elogiando le sue qualità. Di seguito le sue parole:

"C'è sempre una frase, una esclamazione. O soltanto una smorfia del viso che Luciano Spalletti studia e poi esibisce, in maniera naturale e convincente. Frase o sguardo che sia, finiscono per essere sempre giusti. Intensi, nel caso della sfida tra Inter e Napoli a San Siro, dove l’allenatore torna per la prima volta da avversario. E, allora: «Il passato che per me non è mai passato»; o anche «non cerco rivincite ma soltanto un momento di felicità». Fino a tuffarsi nei ricordi e scegliere di riferirsi «alle piante della Pinetina a cui ho ridato forza» o alla «Cappella in memoria di Angelo Moratti».

Emozioni forti che trasferisce attraverso le parole. Quelle che nascono dal cuore ma sono poi mitigate dalla ragione. Perché questa è la comunicazione di Spalletti: istintiva ma fino a un certo punto. Spontanea ma sempre riflessiva. I fischi? All’Olimpico non gli furono risparmiati e ci rimase... Se fosse così anche San Siro non sarebbe un dramma.

Milano è tanto per lui, ma rispetto a Roma il distacco emotivo è enorme. Ci sono ricordi belli che vanno oltre il carico di dolore e amarezza quella piazza gli ha lasciato, non c’è evidentemente la sensazione di appartenenza. Di cose da dire o precisare ne ha, e non si sottrae. Lo fa con garbo e stile. Affinché nessuno mai possa imputargli voglia di rivincita, esigenza di riscatto. Novanta partite con l’Inter non sono mica tutte racchiuse nel gioco al massacro che fu la vicenda Icardi. Sono due qualificazioni Champions nell’era più disastrata per il club, sono rapporti (non molti) che conserva. É la soddisfazione di tornare con orgoglio da primo in classifica.

Spalletti sul luogo del delitto con il sorriso, l’adrenalina e la voglia di far propria la partita. Senza rancore, ma alla ricerca della felicità per la gente di Napoli che ha accompagnato la squadra fino in aeroporto. L’emozione da ex? No, piuttosto l’intensità degli sguardi. Poi, un respiro, pieno: «Sono anche io curioso di capire come reagirò». Anche questa è una frase giusta, anche questa è l’espressione piena di chi ha già cominciato la partita".