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Spalletti: “Il responsabile dell’atteggiamento della squadra sono io”

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Le dichiarazioni di Luciano Spalletti rilasciate a Dazn

Leonardo Litterio

Clamorosamente il Napoli dopo essere passato in vantaggio per 2 a 0 si è fatto recuperare dall'Empoli, prendendo 3 gol nel giro di pochi minuti. Dal 1942 non accadeva una cosa del genere, il tecnico Spalletti ha dovuto così dare spiegazioni ai tifosi.

Spalletti: "Il responsabile dell'atteggiamento della squadra sono io. Sul mio futuro..."

spalletti

Di seguito le dichiarazioni di Spalletti rilasciate ai microfoni di Dazn:

"Prendo atto di quello che accade poi chiaro che immaginarsi un finale di questo genere diventava difficile, sono partite in cui gli avversari continuano a lottare fino alla fine, sul finale abbiamo perso attenzione, facendo errori per il nostro livello troppo banali, se la squadra questa qui la responsabilità è dell'allenatore".

Sullo spogliatoio 

"Dipende sempre da quello che costruisci giornalmente, da quello che è un atteggiamento consolidato, da quella che è la continuità nell'essere esecutivi e attenti, abbiamo abbassato qualcosa. Quando commettiamo la leggerezza, dentro un atteggiamento del genere ci subentra un po' di timore, erano tante partite che non vincevano ma avevano giocato comunque bene. A volte succede così nel calcio".

Sulla fragilità del Napoli

"Abbiamo delle caratteristiche dove bisogna sempre stimolare il possesso palla perché è importante per noi per non fare qualcosa per noi innaturale. Quando la partita diventa una battaglia, le nostre qualità sono differenti e probabilmente ci prendiamo degli svantaggi da alcuni episodi ma non mi sembrava un livello insopportabile per dei giocatori senza queste caratteristiche. Il responsabile di questa squadra sono io, sotto tutti gli aspetti e devo pagare le conseguenze di ciò che accade in campo".

Sull'atteggiamento del Napoli

"Se la squadra non sa reagire c'è qualcosa che non va, dopo un annetto dovrebbero avere un comportamento consolidato, un atteggiamento valido. Se non è così significa che ho trasferito male il mio lavoro ai calciatori. Dovevamo lottare per lo scudetto, se poi il livello è questo qui, non ci può essere un divario così ampio".

Sul suo futuro

"Il mio futuro verrà valutato poi, dobbiamo ancora giocare delle partite che valgono per la valutazione della dirigenza, della società e per la qualificazione alla Champions".

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