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Spalletti: “Biennio memorabile, lasciare ora è un atto d’amore. Su De Laurentiis…”

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Domani andrà in scena al Maradona la partita tra Napoli e Sampdoria, valida per il 38esimo turno di Serie A. Alla vigilia dell'impegno con i blucerchiati, l'allenatore italiano è intervenuto in conferenza stampa a Castel Volturno
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Quest'oggi Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa da Castel Volturno, alla vigilia della partita con la Sampdoria, gara che si giocherà al Maradona. Come di consueto, l'allenatore si sottopone ai quesiti di diversi giornalisti sui temi caldi (sia tecnici che non) riguardanti la seconda parte della stagione. In seguito alla conquista dello scudetto e all'impresa storica, gli azzurri celebreranno il tricolore davanti al proprio pubblico.

La conferenza di Spalletti

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Di seguito le dichiarazioni dell'allenatore italiano in conferenza stampa: "Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in questi due anni indimenticabili. Napoli non va immaginata, perché è molto di più dell'immaginazione. Napoli va vissuta, probabilmente sono sempre stato un po' napoletano. Tre cose da portare via con me: un patino, un cavallo poiché mi ricorda i miei giocatori ed un crocifisso per la fede".


Sull'abbraccio con De Laurentiis: "Mi sembra che ci sia nell’aria o lui o te, non vorrei che ci fosse questa divisione. Non vorrei ci fosse nessuna divisione, è stato un trionfo ed è lecito abbracciarsi. Non ho possibilità di dare consigli agli altri, se c'è bisogno si chiedono. Non so consigliare a chi mi succederà, né so chi sarà giusto ingaggiare".

Sullo scudetto: "Quando ho capito che avremmo potuto portare a casa qualcosa d’incredibile, ho detto alla squadra che avremmo visto una città esplodere di gioia e mi rendo conto che ho parlato di qualcosa che neanche immaginavo. Tre cose da portar via: un patino, un cavallo perchè mi ricorda i miei calciatori e un crocifisso per la fede".

Sul momento determinante della stagione: "Non c’è stato un momento determinante, c’è stata una mentalità determinante che ha fatto la differenza. Il gruppo è composto da amici e professionisti, fino a stamattina hanno messo impegno e entusiasmo. Da qui si capisce perché questa squadra avrà un grande futuro".

Sulla cittadinanza onoraria: "La cittadinanza onoraria mi emoziona tantissimo. Mi piace essere diventato napoletano e pensare che anche tra dieci anni potrò tornare qui e essere amico di tanti, ritrovare affetto".

Sull'addio: "Mi piace pensare che anche tra 10 anni potrò tornare qui ed essere amico di tante persone. Lasciare ora è un autentico atto d'amore. Ho speso tutto quello che avevo. Non ho più energie per essere all'altezza di ciò che si ama.  L'amore del gruppo ti fa venire dubbi sulla decisione che ho preso. In questi giorni, immaginandomi lontano da qui, ho realizzato quanto sia difficile scegliere di andar via. Ma è proprio l’amore che sento che mi fa accettare la scelta".

Sulla cena con De Laurentiis: "In quella cena con De Laurentiis abbiamo sistemato tutto in quarto d’ora. Siamo stati lucidi nel concludere quello che era il motivo del nostro incontro. Eravamo d’accordo che avrebbe comunicato lui la scelta. Non sono uno che cambia idea facilmente quando prende una decisione. So che probabilmente mi faccio male da solo, ma non lascio perché ho smesso di amare, lascio perché ho amato e ho dato tutto".

Sul bilancio del biennio: "Quando ho firmato per il Napoli, De Laurentiis ha detto che non gli interessava niente della Coppa Italia e lo abbiamo preso in parola (ride, ndr). Dovevamo tornare tra le prime quattro e tornare in positivo con i conti. Si è addossato delle responsabilità che altri presidenti solitamente non si affibiano. Abbiamo sistemato di nuovo tante cose, svolgendo il lavoro di un quadriennio in un biennio. Ho imparato a essere più imprenditore con il presidente, e lui è diventato più allenatore con me".

Sulla probabile formazione con la Samp: "Demme e Olivera non si sono allenati, Mario Rui è rientrato da poco dall'infortunio. Vorrei concedere dare spazio a chi ci ha accompagnato tutto l’anno, la formazione sarà simile a quella che è scesa in campo più spesso".