Genova città è già ripartita, è stata costretta a farlo dopo quel tragico 14 agosto dell'anno scorso, quando crollò il Ponte Morandi; Genova calcistica deve ripartire quest'anno e lo fa attraverso un cambiamento probabilmente mai così radicale e profondo da queste parti. "Merito" della Sampdoria, che tra le due, era la squadra che ogni anno cambiava uno o due elementi, per poi mantenere intelaiatura e uomini chiave, a partire da quel Giampaolo da tre anni sulla panchina blucerchiata e ora volato verso il Milan. Discorso diverso per l'altra squadra della "Lanterna", il Genoa, dove ogni anno la squadra viene smantellata e rifatta da capo, con tante scommesse che resistono al massimo un anno, o anche meno, se vincenti. Di sicuro entrambe vogliono fare uno step in più rispetto la passata stagione: salvezza con il brivido e strappata per i capelli, guadagnata all'ultimo secondo dell'ultima giornata con un orecchio alla radiolina per i grifoni; Europa tanto inseguita ma mai davvero sfiorata, a fronte di gironi di ritorno non all'altezza di quelli d'andata per i doriani.
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MA IL CIELO E' SEMPRE PIU' BLU(CERCHIATO)
Canta la canzone di Rino Gaetano che risuona al Ferraris dopo ogni gara casalinga della Samp, ed è quello che sperano i tifosi. Dopo tre stagioni di buon calcio, ottimi talenti lanciati, qualche sogno appeso e rimasto intatto, Giampaolo ha lasciato e probabilmente porterà con sé qualche calciatore del suo triennio come Praet. Sulla panchina blucerchiata arriva però un certo Eusebio Di Francesco, autore di una brutta stagione a Roma (con tanto di esonero) ma pagando anche colpe non sue, basta ricordare che è lo stesso allenatore di due anni prima, della semifinale di Champions, dell'impresa contro il Barcellona. Il colpaccio c'è stato in panchina, prima che in campo, ma uno sguardo è doveroso darlo anche alla presidenza, con un Ferrero non così sicuro di restare in sella e la società in vendita. Ad oggi il mercato è abbastanza bloccato ma sembra scontato che i vari gioiellini Praet ed Andersen andranno via, magari rimpiazzati da nuovi talenti da lanciare. La squadra potrà fare affidamento ancora una volta su Fabio Quagliarella, capocannoniere dello scorso campionato, confermatissimo e voglioso di continuare a stupire nonostante l'età. Il reparto sarà completato da qualche nuovo innesto: Defrel e Saponara sono andati via, Ramirez anche è in procinto di lasciare Genova. Un nome su tutti? Cutrone, in uscita dal Milan. Quest'ultimo si esalterebbe nel modulo preferito da Di Francesco: il 4-3-3.
CERCASI TRANQUILLITA'
Il Genoa riparte da quell'ultima giornata da incubo, e ancora ci si chiede come possa esserci finito, dopo essersi ritrovato in piena zona-Europa nelle prime giornate con Ballardini (inspiegabilmente esonerato), e una posizione medio-bassa ma comunque tranquilla per tutto il resto del campionato, ma ha rischiato fortemente di ritrovarsi in B anche per merito di Aurelio Andreazzoli, vicino al miracolo ad Empoli, e ora chiamato proprio sulla panchina rossoblu. Da giustiziato a possibile giustiziere (per gli altri). Il difetto peggiore, da anni a questa parte, è lo smantellamento della squadra, con i diamanti grezzi che appena svezzati vengono venduti al miglior offerente. L'esempio Piatek è uno dei più clamorosi e lampanti: record su record, vendita e ricchissima plusvalenza in 6 mesi. Peccato che poi questi ricavati non vanno investiti su altri calciatori di pari valore. Preziosi perde il pelo ma non il vizio, a quanto pare. Anche quest'anno la situazione non sembra essere da meno: ma almeno c'è un tentativo di crescita, ad oggi si vedono più arrivi che partenze oltre all'allenatore che è una sorta di garanzia in quanto a bel gioco. Cristian Zapata e Pinamonti sono due nomi importanti, e la conferma di Romero (lasciato in prestito dalla Juve) è un'altra buona notizia per i rossoblu a cui serve sicuramente ripartire e non ripetere il finale della scorsa stagione. Lottare per una qualificazione europea come i cugini sembra ancora un'utopia, ma almeno essere tranquilli a maggio, non è chiedere troppo.
Tony Sarnataro
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