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LA SERIE A CHE VERRA’ – Brescia, Lecce e Verona tornano in A per restarci: chi sarà la sorpresa?

LA SERIE A CHE VERRA’ – Brescia, Lecce e Verona tornano in A per restarci: chi sarà la sorpresa?

Il focus settimanale sulle squadre che giocheranno la prossima serie A. Questa volta si analizzano le tre neopromosse: Brescia, Lecce e Verona

Redazione

Chievo, Frosinone ed Empoli giù; Brescia, Lecce e Verona su. Questo è stato il verdetto di quest'annata calcistica, con due promozioni dirette a sorpresa (a dispetto di un passato da protagonista per entrambe, specialmente nei primi anni 2000) e una inaspettata ai play-off, per com'è andata l'intera stagione ma non per il blasone ai nastri di partenza. Alla fine lombardi, pugliesi e veneti ce l'hanno fatta e si presenteranno in A con tutta la voglia di stupire, magari di essere la sorpresa dell'anno, ma soprattutto per cercare di salvarsi lottando con le unghia e con i denti. Che ci riescano tutte e tre sembra un'impresa ardua, avrebbe del clamoroso, vedendo anche i più recenti precedenti in cui il dislivello tra massima serie e quella cadetta è aumentato, allora chi ha più possibilità di salvarsi?

IL CANTO DELLE RONDINELLE

Il Brescia torna in A dopo 8 anni e lo fa dopo un campionato da protagonista, in cui hanno spiccato Tonali a centrocampo e Donnarumma in attacco, dopo troppe stagioni anonime in B. Sembra scontato che la salvezza passi per la loro riconferma, Cellino ha confermato che sicuramente si ripartirà da loro. Ma non basta. Naturalmente dovranno esserci nuovi innesti di categoria per la squadra che ha dominato la cadetteria con un gioco a tratti scintillante, ma l'importanza del progetto bresciano passa anche per l'artefice di questo miracolo: Eugenio Corini, confermatissimo e pronto a giocarsi di nuovo le sue chance in massima serie, dopo la precedente esperienza al Chievo. Ripartire da fondamenta solide, con cui si è dominato e vinto un campionato, anche se di serie inferiore, è sicuramente un'ottima base di partenza, errore in cui cadono spesso le neopromosse che una volta in A smantellano tutto, comprano giocatori ma poi faticano nel cercare un'identità. Il Brescia ha le carte in regola per non far succedere questo.

LA PUGLIA TORNA IN A

Erano dai tempi del Lecce di Cosmi (2012) che la Puglia non compariva in serie A. Ci è tornata, grazie all'impresa di Liverani, con una doppia promozione dalla C (dov'era sprofondata proprio nel 2012 senza riuscire più a risalire) alla A in due anni. Parlando di allenatori che hanno l'opportunità di ritornare a competere in A è impossibile non citare proprio l'ex giocatore della Lazio, per un breve periodo sulla panchina del Genoa anni fa, prima di essere esonerato ed esser costretto a ripartire dalle serie inferiori. La forza del Lecce è stato il gruppo, e probabilmente, a differenza del Brescia, cambierà qualcosa in più nel proprio organico nella nuova stagione. Già tanti i nomi in orbita pugliese, nomi dal profilo internazionale, come l'attaccante Burak Yilmaz, attaccante del Besiktas e ambito da club anche più blasonati. Un altro nome che circola nell'ambiente leccese è quello di Buttner, terzino del Vitesse. Una squadra che probabilmente cambierà pelle, ma non la voglia di stupire, sospinta dal calore dei propri tifosi.

IL PARADISO PER CASO

Quella più abituata, almeno negli ultimi anni, a questi palcoscenici è sicuramente l'Hellas Verona, che però arriva in Paradiso quasi per caso. Una stagione travagliata in B, sempre ai margini della zona play-off, tanti passi falsi, quando si doveva stracciare la concorrenza. L'esonero di Grosso a poche giornate dalla fine del campionato, gli spareggi strappati per i capelli, l'esclusione del Palermo, il suicidio del Benevento hanno aperto le porte della A, quasi inaspettatamente ai veneti, che pure hanno dovuto sudare non poco per rivedere la massima serie, dopo aver perso nettamente anche la finale d'andata dei play-off contro il Cittadella. E' presto per fare ogni discorso di mercato, la stagione agonista degli scaligeri è terminata solo due settimane fa, il miracolo-promozione, comunque, non è bastato ad Alfredo Aglietti a mantenere il suo posto. Difficile capire il motivo del benservito al tecnico, capace di portare la squadra prima ai play-off e poi a vincerli. Si ripartirà da Juric, dopo la doppia delusione al Genoa, che probabilmente riporterà a Verona il fido Bessa. Bisognerà capire dove intervenire e chi confermare degli artefici della promozione, con Pazzini che probabilmente resterà ancora come capitano-bandiera tra campo e panchina. Di sicuro il club scaligero non vorrà fare da comparsa nella massima serie, come successo due anni fa, in occasione dell'ultima promozione seguita da immediata retrocessione. La storia del Verona in A è gloriosa, basta pensare a quanto fatto con Mandorlini qualche stagione fa, senza scomodare gli eroi inarrivabili di Bagnoli.

Tony Sarnataro

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