MILANO - Trascorreranno il 31 dicembre a San Vittore i 3 tifosi dell’Inter arrestati dopo gli scontri di mercoledì in via Novara che hanno portato alla morte di Davide Belardinelli. Il gip Guido Salvini ha detto no alla scarcerazione di Francesco Baj, Luca Da Ros e Simone Tira che a breve potrebbero essere raggiunti da altri ultras nerazzurri. Gli inquirenti sono infatti al lavoro per identificare attraverso le immagini dei video amatoriali in loro possesso tutti i partecipanti all’agguato nel quale sono stati lievemente feriti almeno 4 supporters del Napoli, sui quali a loro volta sta indagando la Digos del capoluogo campano. I passi in avanti ci sono stati anche se mancano alcuni “step” ritenuti importanti tra i quali l’individuazione dell’auto che ha schiacciato l’ultras del Varese. L’attenzione degli inquirenti si sta concentrando su un’Audi A3 che è uscita accelerando dalla colonna dei mini van napoletani ed è passata sopra a Belardinelli, ma la dinamica del sinistro non è chiara perché le persone interrogate finora non l'avrebbero vista. Gli investigatori hanno il sospetto che “Dede” fosse già a terra (era già stato colpito da un’altra auto, magari il Suv nero che più volte è stato citato, o da un mini van?) e devono inoltre appurare se all’interno dell’Audi ci fossero supporters azzurri, come ritengono probabile, o altre persone. Le ricerche sono estese anche a Napoli. Di certo, come ha scritto ieri il gip Salvini nel provvedimento di convalida del fermo dei tre ultras nerazzurri, «non è stato un “normale” scontro di tifosi (…), ma un’azione di stile militare, preordinata e perfettamente organizzata, un’espressione tra le più brutali di una “sottocultura sportiva di banda” che richiama piuttosto, per la tecnica usata, uno scontro tra opposte fazioni politiche».
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Scontri di Milano: restano dentro i tre ultras
Restano dentro i tre ultras «Azione in stile militare»
COSA SUCCEDE. Nello sviluppo delle indagini un ruolo chiave lo avranno i contributi di altri ultras che saranno identificati e interrogati. Da Ros, fratello del giocatore di basket dell’Alma Trieste (Matteo), ha chiamato in causa il leader del suo gruppo, i Boys San, ovvero Marco Piovella, conosciuto in curva come “il Rosso”, ma nella vita di tutti i giorni stimato interior designer di luci. Nel corso della sua deposizione il "Gigante" (questo il suo soprannome) ha fatto anche i nomi, anzi i soprannomi, di due leader degli Irriducibili e di uno dei Viking. Le identità dei tre sono in corso di accertamento. Già appurato invece è il fatto che il “Rosso” (indagato) e Belardinelli avevano trascorso insieme il Natale, magari pianificando «l’assalto squadrista» descritto da Salvini. Il gip, ricostruendo gli spostamenti degli ultras interisti, ha parlato di «una sosta al “baretto” nei pressi dello stadio, di un ritrovo successivo al pub Cartoons e poi di un trasferimento grazie a una ventina di autisti che portavano quattro o cinque giovani per vettura sul luogo dell'agguato. Lì, nel parchetto del Fanciullo, erano già pronti in un sacco i bastoni e le altre armi da usare».
CDS
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