Sedotto e (quasi) abbandonato. La panchina del Chelsea rischia di diventare per Maurizio Sarri un sogno proibito, ormai, dopo l'inattesa virata del club inglese su Laurent Blanc e il ripensamento molto probabilmente senz'appello da parte di Roman Abramovich, costretto anche dai suoi problemi personali a puntare sulla soluzione più comoda e meno costosa rappresentata dal tecnico francese. Manca ancora l'ufficialità e dunque non sono tramontate ancora del tutto le speranze dell'allenatore toscano, in silenziosa attesa (fino all'ultimo) di un nuovo colpo di scena nella sua casa di Figline Valdarno. Da Londra però non sono arrivati dei segnali incoraggianti e il pessimismo sta prendendo giocoforza il sopravvento: in mancanza, tra l'altro, di piste alternative.
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Sarri senza squadra, sedotto e abbandonato, bloccato dalla super clausola
Sedotto e (quasi) abbandonato. La panchina del Chelsea rischia di diventare per Maurizio Sarri un sogno proibito, ormai, dopo l’inattesa virata del club inglese su Laurent Blanc e il ripensamento molto probabilmente senz’appello da...
Sarri aveva infatti puntato tutto sul Chelsea e non si era preoccupato nei mesi scorsi di cautelarsi con un piano B, che non si intravede all'orizzonte per lui nemmeno dopo il valzer delle panchine innescato dall'improvviso congedo di Zinedine Zidane dal Real Madrid. L'effetto domino scatterà solamente in un caso: se il Tottenham concederà al tecnico argentino (sotto contratto) di trasferirsi in Spagna e a quel punto avrà bisogno di rimpiazzarlo. Neppure con questo scenario, però, è così scontato che la scelta degli inglesi ricada sull'ex allenatore del Napoli, a cui sfavore gioca la decisione di Aurelio De Laurentiis di pretendere una bella somma per liberarlo e dare dunque il suo ok al divorzio.
La clausola per la risoluzione del contratto di Sarri (vincolato fino al 2020) con il club azzurro è infatti scaduta il 31 maggio e sarà di nuovo in vigore dal primo luglio. Ma il Napoli avrà nel frattempo ancora di più il coltello dalla parte del manico, visto che la momentanea mancanza di un prezzo prefissato (8 milioni) rende ancora più difficile il divorzio tra il tecnico toscano e De Laurentiis, che ha già dichiarato pubblicamente di non voler concedere sconti alle società interessate al predecessore di Carlo Ancelotti. Per il ligio e agguerrito presidente, disposto se sarà necessario a pagare lo stipendio a entrambi gli allenatori, è diventata ormai una questione di principio: in cui non ci sarà spazio neppure per la gratitudine, dopo tre stagioni di convivenza positiva sul campo e turbolenta fuori.
Una parte della tifoseria vorrebbe che De Laurentiis liberasse Sarri a costo zero, per premiarne l'eccellente lavoro al timone del Napoli. Ma al presidente non è andato giù il comportamento del tecnico, che ha rifiutato più volte le proposte del club azzurro di rinnovare il contratto e si era convinto di avere una lunghissima fila d'estimatori fuori alla porta, dopo aver sbalordito tutta l'Europa con gli effetti speciali della sua squadra e con un calcio spettacolo mai visto al San Paolo, nemmeno ai tempi di Maradona. La Grande Bellezza, invece, rischia di restare una parentesi effimera e per l'allenatore si prospetta addirittura il paradosso di una stagione di stop, se nessuno si farà avanti con maggiore decisione per rilevarne il contratto.
Aveva promesso di farlo il Chelsea, che era il sogno del maestro di Figline Valdarno, prima di sedurlo e (quasi) abbandonarlo. Cambiare la strada vecchia per la nuova non è stata forse una buona idea, per don Maurizio. Soprattutto perchè il suo posto è stato occupato da Ancelotti, molto più di un banalissimo erede. Repubblica.
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