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Sarri: “A Firenze in campo con la morte nel cuore, gli episodi possono condizionare. Sul futuro…”

Sarri: “A Firenze in campo con la morte nel cuore, gli episodi possono condizionare. Sul futuro…”

Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa al termine del match tra Napoli e Torino

Redazione

Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa al termine di Napoli-Torino, gara pareggiata dagli azzurri al San Paolo: "Non penso che in questa società sia impossibile fare di più del secondo posto, perché allenare o giocare qui è un'esperienza unica. Se poi uno vive la gioia di un popolo come qualcosa di insopportabile, allora è malato. Questa è la città che ti dà più amore e dove è più bello vincere qualcosa. Non siamo la società più potente e quindi ci sono situazioni contingenti che rendono difficile vincere, ma non c'entra la città. E' chiaro che certi episodi possano cambiare qualcosa. Se entri in una concessionaria e io ho in tasca 5.000.000 e tu 5.000, è chiaro che io compro la macchina migliore. Poi, gli episodi incidono. Nella 35esima giornata, se togli le differenze di orario e non solo, è chiaro che nei momenti topici un episodio può determinare qualcosa. E noi negli episodi non siamo mai fortunati".

FUTURO - "Quello che ti fa vivere questo popolo è un qualcosa che incide in maniera pesante ma anche nel metterti paura che tutto questo possa finire, cioè ti fa pensare di voler lasciare con amore reciproco. Potrebbero esserci anche difficoltà, se continuasse il ciclo. Dopo la notte di Madrid sono rimasto, ad esempio, per l'amore dei tifosi nei nostri confronti. Dalla fine del campionato ho ancora 11 giorni poi per prendere una decisione. Quando ci sono le partite, non sono capace di pensare a altro. Sarò un pazzo scatenato ma per me contano le parole che restano. C'è la soddisfazione da prenderci di superare i 90 punti. Un popolo così come quello napoletano non lo trovi da nessun'altra parte. Io voglio che il ricordo di Napoli sia quello della vita".

DE LAURENTIIS - "Con la premessa che lui mi ha fatto vivere un'esperienza straordinaria, cioè allenare la sqaudra per cui tifi, gliene sarà grato in eterno. Ho fatto le scelte migliori e in buona fede, pensando alla competizione a cui i tifosi tenevano di più. Se non è contento di queste scelte, mi dispiace e può sempre all'opzione d'uscita che ho. Se mi chiama, vado a parlarci, ma non ho litigato. Mi è dispiaciuto di più di quello che ha detto a

Spalletti, siccome ha dato opinioni sulle sue scelte e non lo conosce (ride, ndr)".

SCUDETTO - "E' stato il campo a decidere il campionato? Non lo so. Posso parlare di episodi di campo e basta. A Firenze abbiamo giocato con la morte del cuore e l'espulsione è stata una montagna non facile da scalare. Il contraccolpo è stato grande e oggi c'era il rischio che accadesse di nuovo. La partita oggi è stata buona e di qualità, quindi la reazione c'è stata anche se non mi è piaciuto non vincere una partita dominata. Quando perdi devi stare zitto, quando vinci puoi dire anche 2-3 cose".