Ieri pomeriggio ha avuto luogo un incontro al Viminale, sul tema del razzismo negli stadi, tra il ministro Salvini ed i vertici del calcio. Al termine dell'incontro Matteo Salvini ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate dall'edizione odierna del Corriere dello Sport.
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Salvini: “Violenza? No alla chiusura degli stadi ed al divieto di trasferte. Supercoppa? Non la guardo”
Salvini: "Violenza? No alla chiusura degli stadi ed al divieto di trasferte. Supercoppa? Non la guardo"
"Sono assolutamente contrario alla chiusura degli stadi ed al divieto di trasferte perchè è la resa dello Stato: bisogna garantire che chi sbaglia da tifoso paghi caro e chi sbaglia da tesserato deve essere punito il doppio perchè ha responsabilità in più. Ma no a sanzioni collettive, non è giusto che paghino un club, un'intera tifoseria o una città.
Sento dire che il calcio è business. Bisognerà che un pezzetto di business venga sacrificato a orari più consoni per partite a rischio. Voglio vedere famiglie e bambini negli stadi e certe notturne lo precludono. Così come al business andrà sacrificata una quota per concorrere alla sicurezza. Il numero degli uomini e delle donne delle Forze dell'Ordine impiegato negli stadi è sceso ancora, da 83 a 75.000. Ma parliamo di 40 milioni di costi che gravano sui cittadini. Non mi piace, le società dovranno contribuire.
Trasferte? Meglio i treni organizzati, dove chi sale ha un nome e un cognome da poter registrare e se fa un danno lo paga tutto che 100 minivan incontrollati che arrivano nella città. Cori? E' scivoloso il tema dei buu e l'interruzione della partita. Deve farlo il funzionario addetto all'ordine pubblico: rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti. Io preferisco prevenire e non lasciare potere di ricatto ad una frangia minoritaria. E poi è difficile trovare criteri oggettivi per la decisione.
Supercoppa? Pane e nutella non posso mangiarlo, ma questa non la vedo, mi spiace, è troppo. Spero freghi a pochi".
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