L’Araba Fenice è un uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte e, per questo motivo, simboleggia anche il potere della resilienza, cioè la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro di noi.
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31, salvi tutti! L’Araba Fenice è chiamata a far volare il Napoli
Faouzi Ghoulam è tornato in campo dopo un anno di sofferenza. E' risorto dalle sue ceneri come l'Araba Fenice
E’ un po’ la storia di Faouzi Ghoulam con il Napoli. L’esterno algerino è risorto dopo le avversità che ne hanno messo a dura prova la carriera, per un anno intero, fatto di infortuni, interventi chirurgici, ritorni in campo e ricadute. Se non si è forte mentalmente, si può cadere senza rialzarsi più ma ciò non corrisponde alla natura di un uomo come Faouzi. Dalla maledetta notte di Manchester del 1 novembre 2017 è partito il calvario del terzino napoletano che proprio mentre sembrava sul punto di ritorno, ha dovuto affrontare l’ennesimo calvario con la rottura della rotula. Nuova operazione, nuova riabilitazione e tempi lunghi lontano dal campo, proprio nell’anno della consacrazione come uno degli esterni più forti del campionato e forse anche d’Europa.
La vita è fatta di sconfitte e di vittorie, che ripagano tutte le sofferenze. La prima grande vittoria di Ghoulam è stata l’amore vero dei tifosi del Napoli che non hanno mai smesso di aspettare il suo ritorno sulla fascia sinistra, per veder correre e crossare uno dei loro beniamini. Ha lavorato duramente, ha faticato e sudato per ritornare in campo ed è stata questa la seconda vittoria: riprendere al 100% la forma fisica.
La terza è stata quella di tornare ad indossare la maglia azzurra al San Paolo, nel suo stadio, di fronte ai suoi tifosi. E’ tornato nel momento giusto, quando Mario Rui stava iniziando a faticare e non trovare più lucidità a prestazioni di livello e aveva bisogno un po’ di riposo. E’ tornato l’8 dicembre, nella sfida contro il Frosinone, annientato dal Napoli grazie anche alla super prestazione di Faouzi, migliore in campo e per uno spezzone di gara anche capitano. Ha sfiorato il gol e fornito due assist, ha esaltato il San Paolo e rincuorato Carlo Ancelotti che da circa un mese può contare su di lui che quando sarà al top della condizione garantirà prestazioni anche migliori. E’ tornato con una voglia disarmante di riprendersi la titolarità a discapito di un buon Mario Rui e nelle sei gare stagionali è sempre sceso in campo, tre volte da titolare e tre da subentrato, sorprendendo tutti.
Al Napoli serviva urgentemente un calciatore dalle sue caratteristiche, in campo e fuori perché si è dimostrato anche un leader del gruppo.
Ha giocato a nascondino per un anno intero, poi se ne è uscito con quella frase che da bambini faceva felici tutti i partecipanti del gioco da cortile: “31 salvi tutti!”, che poi è stato anche l’appello dei tifosi del Napoli: “Ghoulam, salvaci tutti”. Lui lo ha fatto. Ha salvato la sua carriera, quella di uno stanco Mario Rui, le scelte di Ancelotti ed è pronto a spiccare nuovamente il volo.
Di Salvatore Amoroso
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