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Caso Ronaldo, il silenzio è d’oro

Caso Ronaldo, il silenzio è d’oro

La ragazza americana che, a fine settembre, ha denunciato Ronaldo per un presunto stupro avvenuto la notte del 13 giugno 2009, ha violato l’accordo di riservatezza stilato nel 2010 con i legali di CR7

Redazione

NEW YORK - Ha approfittato della calma del weekend per confrontarsi con i detectives della polizia di Las Vegas. All’uscita avrebbe confidato la sua soddisfazione sulla fragilità delle prove contro Cristiano Ronaldo. L’avvocato Peter Christiansen è convinto che il caso sia vicino a una svolta positiva per il suo cliente. La società che gestisce la comunicazione del caso per conto di Ronaldo ha detto che Christiansen «è apparso contento per ciò che ha visto dalla polizia». E’ davvero così? Difficile immaginare che se l’incontro fosse risultato negativo, l’avvocato lo avrebbe detto, trascinando nel panico sponsor e azionisti della Juve. Il suo primo atto era stato demolire la veridicità dei documenti prodotti da Der Spiegel e utilizzati dai legali di Katrhyn Mayorga, la ragazza americana che, a fine settembre, ha denunciato Ronaldo per un presunto stupro avvenuto la notte del 13 giugno 2009, violando l’accordo di riservatezza stilato nel 2010 con i legali di CR7 in cambio di 375 mila dollari. «Sono documenti falsi e contraffatti - disse Christiansen - frutto di hackers che nel 2015 avevano provato a venderli a molte redazioni di giornale. Der Spiegel ha deciso di farlo, in modo irresponsabile». Tra i documenti «falsi», secondo il legale, ci sarebbe anche il questionario in cui Ronaldo mette per iscritto che Kathryn avrebbe detto detto più volte no, basta, durante il rapporto sessuale.

L’ALTRA PARTE. Ma ci sarebbero altre prove da analizzare. A cominciare dai certificati emessi dall’ospedale, compresa la prova tampone usata nei “rape kit”, nei casi di stupro, su Kathryn, il giorno dopo la presunta violenza. Prove che due settimane fa risultavano sparite, notizia smentita dopo qualche giorno dal portavoce della polizia. Finora Ronaldo non è stato chiamato né a testimoniare né a fornire una prova del dna. Da giorni sia Leslie Stovall sia Larissa Drohobyczer hanno interrotto le comunicazioni con i media. E il settimanale tedesco, Der Spiegel, che aveva annunciato di avere un centinaio di documenti sul caso, non ha mandato nuovi segnali. Il silenzio viene interpretato dagli investitori come un segnale positivo per il ridimensionamento del caso. Ieri mattina, dopo due settimane turbolenti segnate da undici sedute in negativo e più di quattrocento milioni di capitale polverizzati, le azioni della Juventus hanno registrato la migliore performance degli ultimi venti giorni chiudendo a 1.066 con un più 3,19 per cento rispetto alla quotazione di venerdì. A metà seduta il titolo era salito fino a quota 1,112.

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