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Ricordate il frame che ritraeva il “cinque” tra Pjanic e Tagliavento? Quella era un’esclusiva di

Ricordate il frame che ritraeva il “cinque” tra Pjanic e Tagliavento? Quella era un’esclusiva di

Ricordate il frame che ritraeva il “cinque” tra Pjanic e Tagliavento? Quella era un’esclusiva di Calcionapoli1926. Certo, non sarà un colpo di genio, né vogliamo sperticarci in lodi, ma ha fatto il giro del mondo e...

Redazione

Ricordate il frame che ritraeva il "cinque" tra Pjanic e Tagliavento? Quella era un'esclusiva di Calcionapoli1926. Certo, non sarà un colpo di genio, né vogliamo sperticarci in lodi, ma ha fatto il giro del mondo e chi vi scrive ci ha impiegato un po' a scattare lo "screen che fu galeotto"; quello screen che fu poi depredato da tutti i quotidiani sportivi (finanche i principali).

Gli stessi organi di informazione, ci duole ammetterlo, che non si curarono di citare la fonte così come impone la deontologia.

Adesso però non rivanghiamo il passato che non ha alcun senso.

La premessa è d'obbligo perché la sfida di ieri sera tra Lazio e Juventus ha messo ancora una volta in luce che il centrocampista bosniaco sembra "al di sopra della legge".

Per Pjanic si applica un regolamento speciale? La domanda è d'obbligo. Il calciatore riesce sistematicamente a farla franca. Sarà il suo atteggiamento altezzoso, lo sguardo truce o chissà, l'autorevolezza dei colori che indossa, ma il ragazzo non è solo quel giocatore dalle punizioni folgoranti e dalle linee di passaggio di diamante.

Pjanic è uno che quando c'è da menare, non tira dietro la gamba e spesso ignora i limiti previsti dal regolamento. Come ieri. Nel primo tempo di Juventus - Lazio, ha commesso un fallaccio a centrocampo volto a interrompere la ripartenza avversaria.

Per il regolamento il fallo tattico porta inevitabilmente al cartellino giallo (condizionando quindi il prosieguo della gara). L'arbitro lo grazia senza ragione apparente.

Nel secondo tempo, quando la Juve è sotto di due gol, lo juventino decide di scalciare Ciro Immobile a palla lontana. Un fallo di evidente frustrazione.

L'arbitro gli sventola il giallo sotto il naso, ma è poca roba: doveva spedirlo anzitempo sotto la doccia a placare i bollenti spiriti.

Il risultato finale non deve gettare ombra su una condotta deprecabile e sull'inerzia del direttore di gara. L'auspicio è che il VAR possa limitare la discrezionalità degli arbitri che, a giudicare da quanto si riscontra a margine delle partite, sembrano oltremodo subire il fascino dei vice Campioni d'Europa. REDAZIONE - .