Alessandro Renica, protagonista nelle stagioni dei due scudetti del Napoli, ha raccontato oggi ai microfoni di Radio Marte l'atmosfera vincente che si viveva in quello spogliatoio. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli1926.it:
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Renica: “Nel 1988 avremmo meritato lo scudetto più che nel ’90, vittoria del gruppo”
Alessandro Renica, protagonista nelle stagioni dei due scudetti del Napoli, ha raccontato oggi ai microfoni di Radio Marte l’atmosfera vincente che si viveva in quello spogliatoio. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di...
“Sono stato protagonista di un grande ciclo, forse avremmo potuto vincere anche di più. Il mancato scudetto del 1988 probabilmente era più meritato di quello del 1990. Disputammo grandi partite. Nel 1990 riuscimmo a vincere nonostante mille difficoltà. C’era qualche problemino tra Maradona e la società. Avevamo una grande squadra e la mentalità di avere un gruppo molto forte. A differenza del primo ciclo Bruscolotti e Bagni potevano essere un punto di riferimento dello spogliatoio, nel secondo eravamo tutti sullo stesso livello”.
Renica: "Meritavamo lo scudetto nel 1988, anche più che nel '90"
“L’attaccante del Napoli più difficile da marcare? Sicuramente Antonio Careca: era il più completo e sapeva far tutto. Noi comunque avevamo tanti nazionali ed era difficile scegliere”.
Il racconto del secondo scudetto
Il Napoli bissò la conquista dello scudetto, a distanza di tre anni dalla prima affermazione. Bigon prese in panchina il posto di Bianchi, trovandosi la squadra rinforzata dagli arrivi di Massimo Mauro, Gianfranco Zola e Marco Baroni.
Malgrado il ritardo di condizione di alcuni sudamericani, impegnati in estate nella Copa America, i partenopei furono imbattuti per i primi 16 turni di campionato. La prima sconfitta giunse nell’ultimo incontro del girone di andata, contro la Lazio. A febbraio, al Milan riuscì l’aggancio prima e il sorpasso poi approfittando dello scontro diretto e della sconfitta azzurra con l’Inter. Il ritorno al comando avvenne l’8 aprile, quando i rossoneri vennero fermati in casa dal Bologna (con l’arbitro Lanese che non assegnò un gol regolare ai felsinei) e il Napoli vinse a tavolino con l’Atalanta per una moneta lanciata dagli spalti che colpì Alemão.
Marco Baroni esulta sotto la curva azzurra, dopo il suo gol-scudetto alla Lazio del 29 aprile 1990.
Le sorti del campionato si decisero nelle ultime due domeniche: al penultimo turno i lombardi caddero, tra le polemiche, sul campo del Verona mentre i campani espugnarono il Dall’Ara per 4-2. Il titolo fu certo la settimana seguente. Il 29 aprile, con la vittoria interna sulla Lazio grazie a una rete di Baroni nei primi minuti di gioco, il Napoli fu campione d’Italia.
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