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Protti sicuro: “La maglia numero 10 del Napoli pesa tantissimo”

Protti sicuro: “La maglia numero 10 del Napoli pesa tantissimo”

Igor Protti è stato uno degli attaccanti più prolifici della Serie A tra gli anni ’90 e 2000. L’idolo di tante tifoserie, in particolare di quella del Livorno, è in attesa di un progetto che lo affascini. Il classe 1967 ha...

Giuseppe Canetti

Igor Protti è stato uno degli attaccanti più prolifici della Serie A tra gli anni '90 e 2000. L'idolo di tante tifoserie, in particolare di quella del Livorno, è in attesa di un progetto che lo affascini. Il classe 1967 ha trascorso anche un'annata alla corte del Napoli, durante la quale ha indossato la maglia numero 10 di Diego Armando Maradona, prima che venisse ritirata.

Protti si reinventa, in attesa di innamorarsi di un progetto

Protti sicuro: “La maglia numero 10 del Napoli pesa tantissimo”

Igor Protti, in un'intervista a ilposticipo.it, ripercorre le varie tappe della sua carriera e illustra le sue attività dopo aver appeso gli scarpini al chiodo: "Al Bari, squadra in cui ho giocato dal '92 al 96, sono molto legato. Ma a questa esperienza, purtroppo, devo legare un ricordo molto doloroso: la retrocessione in B nell'ultimo anno di mia permanenza in Puglia. Quell'anno vinsi la classifica cannonieri, ma restai molto deluso per non essere riuscito a salvare la squadra dalla retrocessione. Mi sono reso conto solo dopo di aver compiuto un'impresa ad essere stato quell'anno il miglior marcatore della serie A. Uno dei pochi che ci è riuscito con la maglia di una squadra del sud, insieme a Maradona, Higuain, Cavani e Gigi Riva. Un giorno, mi piacerebbe essere utile alla causa del Bari. Prenderei in serissima considerazione una chiamata di De Laurentiis."

Sull'esperienza a Napoli: "La Maglia numero 10 della squadra azzurra pesa tantissimo. Giunsi a Napoli in un periodo societario poco felice. La rosa era composta da tanti giocatori in prestito, e talvolta capitava di ritrovarti alla mattina con compagni di squadra che non conoscevi, sembrava un porto di mare. Anche per gli allenatori è stato lo stesso con il susseguirsi di Mazzone, Giannini e Galeone. Un'instabilità che ci ha fortemente condizionati e dunque quell'anno è andata molto male. Io ce la misi tutta ma non riuscimmo a salvare la categoria. In compenso ho goduto di una città bellissima di cui mi innamorai, e ricordo con affetto il popolo partenopeo".

La nuova vita: "Ho deciso di intraprendere la carriera dirigenziale ed ho fatto quattro anni di esperienza al Tuttocuoio, poi per altri tre anni al Livrono. Adesso sono in attesa di un progetto che mi faccia innamorare. Ho svolto altre varie professioni: il giornalista, e l'attore di teatro a scopi di beneficenza in "Pierino e il Lupo" e in una "Bohème". Mi piace fare pure cose diverse dal calcio."