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Pineda: “Napoli, quando arrivai era un casino. Troppe cose strane, gli argentini…”

Pineda: “Napoli, quando arrivai era un casino. Troppe cose strane, gli argentini…”

Mauricio Pineda, ex giocatore del Napoli, è stato scelto dal club azzurro come uno dei migliori 11 argentini che abbiano mai giocato all’ombra del Vesuvio. Una grafica speciale per celebrare la giornata dell’indipendenza argentina:...

Luca D'Isanto

Mauricio Pineda, ex giocatore del Napoli, è stato scelto dal club azzurro come uno dei migliori 11 argentini che abbiano mai giocato all'ombra del Vesuvio. Una grafica speciale per celebrare la giornata dell'indipendenza argentina: una formazione composta da Maradona, Bertoni, Campagnaro, Fernandez, Ayala, Andujar, José Sosa, Roberto Sosa, Pineda, Lavezzi e Datolo. Il grande assente è ovviamente Gonzalo Higuain...

Pineda racconta la sua esperienza a Radio Marte

Pineda: “Napoli, quando arrivai era un casino. Troppe cose strane, gli argentini…”

"Tutti gli argentini sono legati a Napoli. Da piccoli, quando Maradona è venuto a giocare lì, guardavamo sempre le partite che davano in tv la domenica. Non le passavano tutte, ma quando c'era, non ce la perdevamo mai. In quel momento se ne vedevano poche della Serie A, e quasi sempre veniva trasmesso il Napoli. Andare a giocare lì, con tutto ciò che significa per un argentino, è stato molto bello. Quando arrivai a Napoli c'era un casino in società, alla fine è andata male e siamo andati in Serie B. Ci furono anche alcuni risultati strani, però sugli altri campi nelle ultime giornate. Alcune cose sembrarono un po' strane".

Le difficoltà in Italia

"Perché non ho fatto bene in Italia? Sono arrivato in Italia dal Boca e dopo aver giocato i mondiali in Francia, poi sono successe tante cose, avevo 22 anni, sono andato a Udine in prestito, ma a fine anno non volevo restare in Italia, sarei voluto tornare in Argentina. Avevo un contratto con un'opzione di riscatto a favore dell'Udinese. Dopo il Mondiale non volevo tornare, non avevo voglia di stare lì, ma fui costretto. Poi mi trasferì a Maiorca e lì mi sono fatto male. Sono andato a Napoli e ho vissuto 8-9 mesi molto belli, sono poi tornato a Udine per poi andare a Cagliari e infine sono tornato in Argentina e ho lasciato il calcio a soli 29 anni, giovane ma triste per quello che era il calcio in quel momento. Non mi piaceva più quello che era diventato, e per un giocatore è difficile esprimersi al meglio se in testa ha tutti questi pensieri".

La retrocessione del Napoli

"Come mai il Napoli retrocesse in quella stagione 2000-2001? Dopo tanto tempo non ricordo tutto, io cominciai non proprio benissimo per poi fare bene a fine campionato, al contrario della squadra che iniziò a perdere ripetutamente. Io peraltro mi aspettavo di rimanere, se ci fossimo salvati il Napoli mi avrebbe riscattato, mi trovavo bene in azzurro e avrei avuto un ottimo contratto.

La squadra era buona ma successero tante cose, c'era Edmundo che era un grande calciatore ma che all'improvviso andò a farsi il carnevale. Io ricordo, tra le altre cose, che ogni settimana nascevano problemi fisici diversi, i giocatori che avevamo a disposizione erano sempre meno per ogni gara, la società in quel momento aveva dei problemi e tutto ciò si ripercuoteva sul campo.

Tutti gli argentini sono felici di poter stare a Napoli, ho molti amici che ci vanno e sono sempre contenti di come ci trattano. Io non posso far altro che ringraziare i napoletani per tutto quest'affetto che nutrono nei confronti di noi argentini".

 Edmundo alla presentazione