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I numeri sono chiari. Per il tifoso del Napoli, finanziariamente, l’abbonamento non

I numeri sono chiari. Per il tifoso del Napoli, finanziariamente, l’abbonamento non

I numeri sono chiari. Per il tifoso del Napoli, finanziariamente, l’abbonamento non conviene. A parte la curva il costo del biglietto occasionale è in percentuale minore rispetto a quello dell’abbonamento. Le politiche di prezzi...

Redazione

I numeri sono chiari. Per il tifoso del Napoli, finanziariamente, l’abbonamento non conviene. A parte la curva il costo del biglietto occasionale è in percentuale minore rispetto a quello dell’abbonamento. Le politiche di prezzi popolari se da un lato hanno portato allo stadio una media di 35.000 spettatori (quarta in Italia), dall’altro hanno scontentato chi ha fatto un «atto di amore al buio» come sottolinea il presidente dell’Associazione Italiana Napoli Club, Saverio Passaretti. Sconti, prelazioni e privilegi non bastano. «L’abbonamento è come l’uovo di Pasqua. Non sai mai la sorpresa che ci trovi» spiega Rosario Savarese da Meta di Sorrento. «I distinti superiori, poi, dovrebbero avere un prezzo differente dagli inferiori. Senza il biglietto ridotto, infine, stanno allontanando donne e bambini dallo stadio». Al Napoli club Caivano la differenza abbonati-occasionali è da sempre motivo di scontro: «Con il presidente onorario Peppe Argiento – spiega Massimiliano Zappella – pensiamo che la prelazione abbia un valore aggiunto: Non ha prezzo evitare la ressa per Real Madrid o Juve».Infine Riccardo Monti, abbonato da anni alla Posillipo che vola alto: «Con sei milioni di tifosi bisogna potenziare le attività di marketing ed ingaggiare in modo più forte questa enorme massa di tifosi che sono la vera ricchezza. Si potrebbe tornare a 25-30mila abbonati». Non è solo una questione di prezzi: «Il sistema sta disincentivando la partecipazione del tifoso tra stadi vecchi, vincoli assurdi e controlli asfissianti che trasformano quello che altrove è una festa in una esperienza frustrante».

Per Luigi Tuccillo, abbonato della Posillipo, «abbiamo assecondato questo salasso, sperando di avere un trattamento coerente con quello degli altri abbonati d’Italia. E' peggiorato. Altrove gli abbonati hanno varchi di accesso allo stadio e bagni riservati; godono di un significativo sconto sulla sommatoria dei biglietti per le singole partite. A Napoli l’abbonato deve arrangiarsi, anche in tribuna ed ormai da quattro anni – in wc chimici in condizioni sanitarie da terzo mondo. Una beffa la pur lodevole politica dei prezzi al ribasso. L’abbonato ha pagato, in anticipo, 75 euro a partita, mentre chi ha acquistato il biglietto ogni domenica, ne ha spesi mediamente 45. Ci sarebbero forse i presupposti per una azione giudiziaria, ma attendiamo un ravvedimento operoso da parte della società. In alternativa ci faremo furbi e non ci abboneremo più».

Per chi arriva da lontano come Domenico Mei «altri club a Campobasso risolvono con una mail e un bonifico. Poi l’online è spesso complicato. Noi dei club siamo infine sottoposti ad ancora più controlli e vorremmo che il Napoli ci aiutasse». La voce della curva A è diAlessandro Perrotta: «Amo la maglia e difendo la mia città ma sono quasi tre anni che mi sento preso in giro. Vorremmo qualcosa in cambio, non la semplice prelazione». Il Mattino