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Il nostro fidato e appassionato tifoso del Napoli, Vincenzo De Lillo, ci delizia in questo ultimo ca

Il nostro fidato e appassionato tifoso del Napoli, Vincenzo De Lillo, ci delizia in questo ultimo ca

Il nostro fidato e appassionato tifoso del Napoli, Vincenzo De Lillo, ci delizia in questo ultimo capitolo con le sue personali pagelle sulla stagione azzurra. Quest’ultimo capitolo tratterà gli attaccanti. Buona lettura. Giaccherini...

Redazione

Il nostro fidato e appassionato tifoso del Napoli, Vincenzo De Lillo, ci delizia in questo ultimo capitolo con le sue personali pagelle sulla stagione azzurra. Quest'ultimo capitolo tratterà gli attaccanti. Buona lettura.

Giaccherini - Anche se non proprio attaccante è arrivato direttamente dai fasti (solo suoi…) dell'Europeo, ma non è riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, negli schemi del mister e nemmeno in campo spesso…

Una stagione che ci ha fatto porre un quesito importante, e cioè: è nato prima Emanuele o la panchina?

Per carità, la mia non è una critica ma solo un'amara constatazione. Ero convinto che dopo il campionato ottimo dell'anno scorso, riuscisse a trovare più spazio, e, prima che la squadra trovasse la giusta quadratura, me lo auguravo pure.

Così non è stato ma non solo per colpa sua.

Io lo libererei , invitandolo a cercarsi lidi più consoni alle sue aspirazioni, con una pacca sulla spalla, na' bust e muzzarell e na' guantiera di paste.

Mignon ovviamente, viste pure le misure del ragazzo.

Insigne - Esempio lampante di conversione religiosa per folgorazione.

Nelle prime partite del campionato mi ha fatto tremendamente innervosire per il suo atteggiamento indolente, per tutta una serie di prestazioni scialbe e anche, particolare non trascurabile, per la nuova acconciatura. Un biondo platino inguardabile.

Poi all'intrasatta il cambiamento.

Ad Udine, con i postumi di un influenza appena passata segna una doppietta che ci fa vincere la partita.

I più scettici sulle qualità del talento Frattese (ed io sono uno di questi…) attribuirono la sua prestazione strappapunti alle supposte di Tachipirina usate per curare la febbre, ma dopo un po' si resero conto che c'era dell'altro.

Un concentrato di talento, qualità, napoletana cazzimma e genialità che praticamente, dopo Udine, non si è fermata più.

Alla fine ha chiuso con un botto di gol, non so' quanti assist e un contratto( strameritato!) milionario, di cui tutti siamo felici( La famiglia Insigne in primis…).

Quando ho parlato di conversione, intendevo la mia. Quindi ora faccio parte anch'io della setta dei Lorenziani. Mi manca solo la sua effige nel portafogli.

Folgorato sulla via di Udine.

Mertens - Ho trovato delle difficoltà per scrivere descrivere e riassumere la sua stagione.

E non solo perché non riuscissi a trovare le parole adatte per glorificarlo, ma anche perché ogni volta che pensavo o ricordavo le sue performance stagionali, ero colto dall'istinto irrefrenabile di alzarmi, saltare, gridare e applaudire felice.

Ed esultando, diventa difficile scrivere…

Già questo dovrebbe dare l'idea della fenomenale annata trascorsa in cui non ha fatto rimpiangere il Giuda capocannoniere dell'anno scorso (e a cui, non passa giorno in cui non auguri il più fetente dei fetenti, dei mal di pancia... ma questo è un altro discorso…), se poi ci aggiungiamo pure quel suo essere praticamente un napoletano nato in Belgio solo per caso, l'amore per gli animali, la sua simpatia, il fatto che strappi applausi e chite***t (agli avversari) ad ogni tocco di palla, e a volte per le sue esultanze… allora…

Callejon - Autore di un'annata più che ottima, si è dimostrato un giocatore fondamentale.

E non solo per me, ma anche per l'allenatore.

Se fosse per Sarri (come per Benitez…) lui potrebbe giocare anche senza portiere ma mai senza José Maria.

E lo spagnolo di contro, non si tira mai indietro, chiudendo con un numero di presenze imbarazzante per chiunque altro.

Implacabile (per gli avversari…), come una cartella Equitalia.

Insopportabile, per i giocatori che lo hanno affrontato, come Despacido per i miei zebedei.

Insinuante, con i suoi 100 e più tagli dietro le linee nemiche, come una mutanda in un sedere troppo grosso.

Indistruttibile (mai un infortunio…), nonostante le probabili makumbe dei compagni che aspettavano una sua defaiance, per poter giocare.

Indispensabile insomma, come da quando è arrivato. Un torero stakanovista e che siamo felici di avere ancora con noi.

Milik - Una stagione sfortunata.

Buonissima finché è durata, poi quel maledetto infortunio che lo ha penalizzato per quasi tutto il campionato e che ha scatenato uno dei chite& di gruppo più sentiti, globali e duraturi della storia calcistica e non.

Un impropero rivolto per prima al giocatore che lo ha provocato, e poi (ingiustamente, sia inteso…) a catena alla sua nazionale tutta ( la Danimarca); ai suoi tesserati presenti e futuri; al suo paese (come sopra); ai suoi abitanti; ai loro avi; ai loro animali domestici; ai loro burrosi biscottini nelle loro maledette scatole di latta; per finire alle nonne che, a cazzimma, dentro ci mettevano il cotone, distruggendo i sogni di bambini golosi (generando altri improperi…).

Dicevo un'offesa che è durata, senza scemare d'intensità, fino a che non si è sbloccato il nano belga e il Napoli non ha finalmente trovato la quadra giusta.

Questo è quello che abbiamo pensato noi, figuriamoci il pensiero di Arkadiusz a riguardo, e a cui noi tutti ci accodiamo, ancora una volta.

Pavoletti - E niente, una stagione (la parte che ha passato con noi…) da dimenticare.

Arrivato su un tappeto rosso tra squilli di trombe, probabilmente andrà via su un tappetino di gomma di quelli in vendita nei mercatini rionali, tra suoni derisori di pernacchie.

Il capitone (così chiamato dal numero della sua maglietta…) non è riuscito, complice un infortunio, il modulo che non lo ha avvantaggiato e l'esplosione dell'hobbit belga, a far vedere nulla di speciale. O di meritevole di menzione. Nulla.

Resta il fatto che è un bravo ragazzo che si è integrato ottimamente nel gruppo e nella città.

Troppo poco però per meritarsi una facile riconferma.

Gabbiadini - Andato via a gennaio perché non è riuscito a esprimere il suo immenso potenziale, è uno di quelli a cui, nonostante sia stato ceduto non senza qualche polemica, mi sento ancora legato e provo un sincero affetto.

Malgrado la sua allegria coinvolgente e la faccia gioiosa di un uomo sofferente di emorroidi costretto a stare seduto su una panca di legno senza cuscini.

Gli auguro tutto il bene possibile, comunque, per la sua carriera e per il suo futuro.

El Kaddouri - Mai un guizzo, una soddisfazione, una gioia per tutto il tempo che è stato qui.

Un fantasma insomma.

Se almeno mi fosse venuto in sogno per darmi due numeri, lo avrei apprezzato comunque, e invece…

Con tutti i nostri problemi siamo riusciti ad esprimere un calcio bello e spettacolare e di ciò dobbiamo ringraziare soprattutto il condottiero Sarri, il quale dice che la squadra ha ancora margini di miglioramento.

Non lo so se è come dice lui, ma se così fosse, allora l'anno prossimo ci divertiremo veramente.

Io prego affinché sia così, solo questo posso fare.