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AIA, Nicchi: “Contenti del lavoro e del progresso del VAR, ora bisogna parlarne di meno”

AIA, Nicchi: “Contenti del lavoro e del progresso del VAR, ora bisogna parlarne di meno”

AIA, Nicchi: "Contenti del lavoro e del progresso del VAR, ora bisogna parlarne di meno".

Redazione

Marcello Nicchi, presidente dell'AIA, Associazione Italiana Arbitri, ha parlato a RMC SPORT, per fare un punto dopo le prime due gare del massimo campionato italiano.

Su Rocchi: "Sono sempre contrario alle deroghe, ma se devo darne ci penso a giugno e non ora. È un fenomeno eccezionale, che accade raramente e perché qualcuno lo ha meritato. Ora ha un campionato di A da fare al meglio".

Sui regolamenti: "L'unificazione di A e B non è prevista e a nostro avviso questo sistema funziona. C'è interscambio e massimo rispetto".

Sul VAR in Champions: "Non so, io mi occupo dell'Italia, che è già un ministero. Siamo stati la prima federazione ad averlo messo in atto, e dopo i Mondiali si può proseguire su questa strada. Mi sembra di capire che con il tempo questa cosa sarà implementata ovunque e non diminuita".

Sulla federazione: "Io una volta sentivo I Ribelli, suonavano bene. Io, che chiedo dal 18 maggio di andare a votare, lo sono. Prima o poi ci manderanno, ma sarà comunque tardi".

Sulle assenze dei dirigenti federali nell'incontro a Coverciano: "Ci è dispiaciuto perché i ragazzi hanno bisogno di vedere i dirigenti. Non è stata voluta, bensì una coincidenza. Ci aspettiamo però che non accadano più. Ascoltiamo tutti, in primis il regolamento e l'etica, cosa che fa parte dei nostri ragazzi".

Sul fallo di mano in area: "Il problema è di chi scrive le regole, non nostro. Le statistiche fanno storia, e queste ci diranno se va bene così o meno. Chiaro che se si torna a discrezionalità e volontarietà non serve a niente. L'arbitro sa che deve dare rigore quando il protocollo lo prevede. È un po' come il fallo da ultimo uomo del portiere: l'Italia è stata tra le prime a lottare contro questa regola. Significa che sappiamo anche fare le cose per bene, ed il merito non è mio ma di tutti. Cominciamo a lavorare per rivincere un Mondiale, e smettiamo con le chiacchiere sui mezzi falli. Dove non c'è l'occhio umano c'è la tecnologia. Piuttosto chiediamoci come vederle queste partite, visti gli spezzatini".

Sul VAR: "Siamo contenti e soddisfatti ma non ci accontentiamo mai. Vogliamo sempre fare il centimetro in più nel perfezionamento delle cose. Il campionato si presenta interessante, difficile. C'è una co-operazione adeguata tra arbitri di A e B: se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una bella giornata. Ora ci aspettiamo di parlarne di meno. Quanto era da recepire è stato fatto, ora c'è da implementare la collaborazione tra l'arbitro in campo e il VAR. Il primo ha la priorità. Dietro questo successo, di tutti, c'è il fatto che non ci sono più ammonizioni stupide, allenatori che si facciano cacciare... Lo stadio deve diventare una festa, un luogo dove si celebra la legalità e il rispetto. Se capita un errore va compreso: servono allegria e gente negli stadi, la ricostituzione degli organi federali e quant'altro".