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Nella giornata di domani il Napoli festeggerà il trentennale del primo scudetto della sua storia. Pe

Nella giornata di domani il Napoli festeggerà il trentennale del primo scudetto della sua storia. Pe

Nella giornata di domani il Napoli festeggerà il trentennale del primo scudetto della sua storia. Per l’occasione verrà organizzato un evento con alcune ex glorie azzurre del 1987. Ma c’è chi è cresciuto col...

Redazione

Nella giornata di domani il Napoli festeggerà il trentennale del primo scudetto della sua storia. Per l'occasione verrà organizzato un evento con alcune ex glorie azzurre del 1987.

Ma c'è chi è cresciuto col mito di Maradona e ha vissuto quei momenti da raccattapalle. E' il caso di Fabio Cannavaro, all'epoca un ragazzino che avrebbe indossato successivamente la maglia del Napoli, solamente due anni, nel periodo più buio della storia azzurra. Fu ceduto al Parma nel 1995 per problemi finanziari e il suo score recita 58 presenze ed il solo gol di San Siro contro il Milan. Intercettato dai microfoni de Il Mattino, l'attuale allenatore del Tianjin Quanjian ha rilasciato alcune dichiarazioni:

"Chiedevo ripetutamente a mister Scarpitti di essere convocato come raccattapalle. Volevo vivere da vicino l'emozione delle partite di Maradona, Giordano, Carnevale, Bruscolotti, Ferrara".

Come fu il 10 maggio di un ragazzino che sarebbe diventato campione del mondo?

"Il mio unico sogno, allora, era indossare la maglia del Napoli e ripercorrere il cammino di difensori come Bruscolotti e Ferrara, che a vent'anni vinse il primo scudetto nella squadra della sua città".

La notte prima di Napoli-Fiorentina come fu per il piccolo Cannavaro?

"Poche ore di sonno. La domenica misi la tuta sociale marchiata Nr e uscii presto di casa. Cercai di rispettare la raccomandazione del mister".

Quale?

"Ragazzi, ci aveva detto negli spogliatoi, se il Napoli vince dovete andare piano. Mi misi ad inseguire Carnevale che faceva il giro di campo col bandierone tricolore".

C'è il rimpianto per non aver vinto a Napoli lo scudetto?

"C'è. Ma quando andai via nel 1995, dopo appena due stagioni in serie A, la società aveva problemi finanziari e cedermi fu una necessità. Ero cresciuto pensando alle vittorie di Ferrara e al record di presenze di Bruscolotti...".

Ora c'è Insigne che sogna il terzo scudetto.

"Lo auguro a lui e a tutti i giovani calciatori del Napoli. E intanto mando un abbraccio ai campioni che festeggeranno il 10 maggio, purtroppo non al San Paolo per problemi organizzativi da quanto ho capito: grazie per le emozioni che regalaste trent'anni a me e a tutti i ragazzi di Napoli". REDAZIONE - Antonio De Crecchio.