NAPOLI - L'anno più difficile è stato sicuramente il 2014: il primo episodio a gennaio con gli azzurri in vantaggio di una rete, Benitez lo richiama in panchina e il San Paolo inizia a fischiare e Lorenzo risponde chiedendo il silenzio. Poi l'Athletic Bilbao per la gara di andata del preliminare di Champions. Benitez, ancora lui, richiama in panchina Insigne e il pubblico di Fuorigrotta lo mette nuovamente nel mirino. Come riportato dalle pagine odierne de Il Mattino, a questo punto Lorenzo non ci sta, e una volta in panchina getta via la maglia azzurra lasciandosi andare anche a qualche lacrima di amarezza e sconforto.
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Si va avanti di parecchi anni, 2018: in panchina c'è Sarri, contro il Chievo e si tratta di una gara delicatissima perché in ballo ci sono punti preziosissimi in chiave scudetto. Il San Paolo inizia a fischiarlo e lui risponde sul campo con un assist per il gol di Milik che serve a raggiungere il pari momentaneo. Poi arriverà anche il gol della vittoria e scoppia la festa. Per tutti ma non per Lorenzo che da napoletano sente le accuse da parte del suo pubblico come una doppia pugnalata. Per lui il Napoli non è solo lavoro, ma passione e amore. Fede. E sentirsi giudicato così di continuo, come se a lui non importasse, lo fa stare male. E infine l'episodio di quest'anno a Reggio Emilia: questa volta Insigne risponde direttamente alle telecamere e prima ancora con un tiro a giro dei suoi.
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