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Napoli-Juventus nel nome di Dino Zoff. Cinque campionati nel Napoli (190 partite), undici ne

Napoli-Juventus nel nome di Dino Zoff. Cinque campionati nel Napoli (190 partite), undici ne

Napoli-Juventus nel nome di Dino Zoff. Cinque campionati nel Napoli (190 partite), undici nella Juventus (479 gare). A Napoli lo soprannominammo Nembo Kid. Lui, col suo vocione, disse: “Esagerati”. Ma era il nostro idolo, capace, nel...

Redazione

Napoli-Juventus nel nome di Dino Zoff. Cinque campionati nel Napoli (190 partite), undici nella Juventus (479 gare).

A Napoli lo soprannominammo Nembo Kid. Lui, col suo vocione, disse: “Esagerati”. Ma era il nostro idolo, capace, nel campionato 1970-71, di tenere inviolata la porta azzurra per 590 minuti.

Il Mantova l’aveva preso dall’Udinese per 30 milioni di lire e lo cedette al Napoli per 120 più la cessione di Bandoni al club lombardo. Arrivò nel 1967, a 25 anni, nella squadra allenata da Bruno Pesaola con Altafini e Sivori, Zurlini, Panzanato, Bianchi, Canè e i guaglioni di casa nostra Juliano, Montefusco e Abbondanza. Quel Napoli centrò il secondo posto per la prima volta nella sua storia.

Fu un colpo vedere Dino andare alla Juventus nel 1972 a trent’anni. Il Napoli, che aveva le casse vuote, incassò 320 milioni più Carmignani, l’oggetto misterioso Ferradini e il “parcheggio” per un anno di Damiani.

La pagammo cara. Prima del “golazo” di Altafini core ‘ngrato, Dino sventò il tiro di Juliano che avrebbe portato in vantaggio il Napoli sul 2-1 a Torino dopo il gol di Causio e il pari di Totonno nella sfida-scudetto del 1975 con la squadra arrembante di Vinicio. Poi Josè, a due minuti dalla fine, ci mise a terra su corner. Burgnich si dimenticò di marcarlo.

Eravamo amici e andammo a trovare Zoff nella sua casa torinese prima del match. Annamaria Passerini, la bella moglie mantovana, moriva di nostalgia per Napoli. Ma a pranzo ci trovammo di fronte a un piatto di pesce in bianco con olive nere. I colori della Juve. “Questo è troppo” urlammo. “Spaghetti in salsa azzurra” implorammo Annamaria. Il giorno dopo, allo stadio, ci andò di traverso la partita. Il Mattino.