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Napoli ko con il City, tra Insigne, Ghoulam e un conto in sospeso con la fortuna

Napoli ko con il City, tra Insigne, Ghoulam e un conto in sospeso con la fortuna

Il Napoli sconfitto al San Paolo ma la fortuna non aiuta gli azzurri che vanno a segno con Insigne e Jorginho

Redazione

Nessuna magia inglese. Non riesce al Napoli, questa volta, l'impresa di battere una squadra di Premiere League in casa propria. Non riesce agli uomini di Sarri perché il Manchester City di Guardiola non è una squadra forte. È una squadra mostruosa, fatta di uomini di qualità, gioco impressionante, ritmo esaltante e testa vincente.

Termina 2-4 al San Paolo il mercoledì di Champions, e termina a metà tra il rimpianto e la meraviglia.

LORENZO E FOUZI - Battute iniziali tutte a tinte azzurre. Il Napoli entra in campo, il suo campo, con altri piedi e soprattutto un'altra testa. È la mentalità vincente è la spavalderia di chi gioca in casa. È l'atteggiamento che supporta il gioco. Un gioco pazzesco, fatto di tocchi di prima, passaggi filtranti e proposizioni da manuale. È il gioco del Napoli di Sarri, quello che ha reso gli azzurri famosi agli occhi di mezzo mondo. Hamsik e compagni mettono in campo un monologo per i primi venti minuti di gioco, anzi, una danza. E quando danzano lo fanno in maniera sublime ed armoniosa. 21' del primo tempo, Mertens per Insigne; l'esterno di Frattamaggiore si esibisce in un controllo di sinistro e con il destro la piazza sul secondo palo spiazzando Ederson. Il City sembra ammutolito ma, a volte, la fortuna è dalla parte dei migliori. Al 28' l'episodio che, con buone probabilità, ha condizionato le sorti del match: Ghoulam si tocca il ginocchio sinistro, sembra niente ma al 31' Sarri è costretto a sostituirlo e, in panchina c'è solo Maggio, (con Rui in tribuna). Il problema, però, è Hysaj, che, costretto a spostarsi sull'out di sinistra, fa rivivere i brividi delle prime partite di Sarri sulla panchina del Napoli, quando la squadra faticava a trovare un'identità.

È in quel momento che il Manchester trova uno spiraglio e ci si infila, tirando fuori, prepotentemente, la testa dal guscio. Pochi minuti e al 34' il pareggio. È un incubo, ma è uno di quelli già fatti. Su palla inattiva Otamendi sovrasta Hysaj e di testa firma il pari risvegliando ricordi spagnoli non molto lontani. È la chiave di svolta per gli uomini di Guardiola che cominciano ad esibirsi in tutto il loro splendore, facilitati su quella fascia sinistra che, senza Ghoulam, non è più la stessa.

Al rientro dagli spogliatoi la scena si ribalta. Questa volta sono Aguero e compagni a condurre i giochi. Ma il Napoli ci mette del suo e, al 48', si fa sorprendere ancora una volta da un difensore avversario, ancora una volta di testa. La palla colpisce la traversa ma la gol line technology spegne ogni speranza: rete valida di Stones.

LA GRANDE ILLUSIONE - Nonostante ogni avversità, capitata e procurata, il Napoli reagisce. Lo fa ancora una volta con Insigne che al 56' colpisce una traversa

clamorosa. Non segna ma trascina i compagni dando loro una scossa. Al 61', sugli sviluppi di un calcio d'angolo Albiol si procura un calcio di rigore. Sul dischetto va Jorginho che freddamente batte Ederson. È il pari che tutto il San Paolo sogna ed omaggia. I 45000 presenti in quel di Fuorigrotta spingono la squadra verso qualcosa in più di un solo punto. Ma il City ha troppi assi nella manica. Uno dei più micidiali è il contropiede, da manuale. Lo conclude Aguero, (il giocatore più prolifico della storia dei citizen, giusto per rendere l'idea). Sarri prova a far rifiatare il centrocampo e mette Rog al posto di Allan, Guardiola risponde con David e Bernardo Silva al posto del Kun e di Gundogan. All'82' c'è anche spazio per Ounas al posto di Jorginho che, al di là di ogni risultato ci delizia sempre con qualche bella giocata. La resa, però, è vicina. In pieno recupero il Manchester City mette la parola fine, con il gol di Sterling, arrivato ancora in contropiede.

Due sconfitte su due del Napoli contro il Manchester City ma, parliamoci chiaramente, contro una squadra del genere si può anche mettere in conto. Da qui bisognerà, piuttosto, porsi alcune domande interne. Bisogna chiedersi se questa rosa è davvero adeguata in tutti i reparti e se alcune scelte non siano state, fino ad ora, un po' troppo rischiose. Perché solo le grandi squadre sanno dividersi le responsabilità, senza un unico e solo colpevole.

TUTTO IN SALITA - Per ora, però, si deve ragionare così: terza sconfitta nel girone per Sarri e i suoi. La strada verso gli ottavi si fa davvero complicata. Serviranno due vittorie e tanta, ma tanta fortuna. Chissà che il destino non voglia pareggiare i conti dopo la mancata qualificazione più famosa della storia della Champions League, quando il Napoli non passò il girone da prima in classifica a dodici punti. Perché a volte i complimenti per il bel gioco non bastano e non servono. Le parole di Guardiola, che ancora una volta dopo la gara ha espresso tutta la sua ammirazione per il gioco del Napoli, sono gratificanti ma poco pragmatiche. Serve concretezza e, come già detto, fortuna. La stessa fortuna che proprio con il Napoli ha un debito enorme.

REDAZIONE - Roberta Savarese.

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