Un gol che premia la prestazione della Lazio che, come il Milan, avrebbe meritato di più?
“Sono le gare che Simeone imposta in un certo modo, cercando di serrare i ranghi e colpire in contropiede. Stranamente, però, l’Atletico non ha difeso come al solito, non riuscendo a sfruttare l’occasione del raddoppio proprio grazie ad un intervento di Provedel. Anche la Lazio avrebbe potuto pareggiare prima. Dunque, il pareggio ritengo sia il risultato più giusto. Un risultato che può garantire entusiasmo per affrontare al meglio il campionato che, sinora, non sorride ai biancocelesti. Il Milan, invece, ha giocato bene, seppur anche i rossoneri abbiano sbagliato tanto. Dopo il derby si poteva pensare ad una squadra rimessa, ma non è stato così. Per gli uomini di Pioli è mancato soltanto il gol”.
Cosa rappresenta Luis Alberto per la Lazio?
“È un punto di riferimento, il calciatore che, con una giocata, può risolvere la partita. Lo spagnolo, con colpi di genio, può illuminare la squadra. Nel gioco di Sarri, inizialmente, sembrava non trovare la giusta collocazione. Ad oggi, però, è indiscutibile”.
Previsioni sulle sfide di Napoli ed Inter questa sera?
“Le partite di Champions sono sempre difficili. Anche se giochi con squadre di terza o quarta fascia, sono pur sempre avversarie valide. Ciò detto, vedo Inter e Napoli avvantaggiate. La differenza di valori può giocare a favore delle nostre squadre”.
Qual è il problema principale del nuovo Napoli di Garcia?
“È cambiato l’allenatore e, di conseguenza, anche il gioco. I giocatori, bene o male, sono quelli, ma l’espressione di gioco è differente. Ci può stare, non si poteva pretendere una fedele riproposizione di Spalletti. Soprattutto, andrà compreso qual è la chimica tra l’allenatore francese e lo spogliatoio. Fattore, questo, non di poco conto. Rudi è un tecnico diverso, ma sono convinto che il Napoli tornerà ad esprimersi a grandi livelli. Quel che è importante è capire che la stagione dello scorso anno è irripetibile. Nella stagione passata le avversarie hanno mostrato una certa discontinuità di risultati”.
La maggiore difficoltà può essere, dunque, abituarsi anche all’uomo?
“Quando vinci un campionato in carrozza, come lo scorso anno, è chiaro ci sia una certa sintonia con l’allenatore. Con il cambio di allenatore, però, qualcosa cambia. Non tutti percepiscono alla stessa maniera questo cambio, e toccare una macchina perfetta non è affatto facile. Inserirsi in un simile contesto è sempre difficile. L’aspetto fondamentale è curare il rapporto con i calciatori ed il lavoro mentale, specialmente all’inizio. Bisogna comprendere il carattere dei calciatori. Sono uomini, oltre che professionisti, e conoscere il loro carattere può essere fondamentale”.
Raspadori e Simeone possono insidiare Osimhen nel corso della stagione?
“Magari, vorrebbe dire che sono cresciuti tanto. È sempre importante poter contare su giocatori pronti e di qualità, soprattutto durante una stagione fitta di impegni. Poter contare su più calciatori per ogni ruolo, e che possano garantire sempre un apporto di qualità, è fondamentale per una squadra che lotta per più obiettivi”.
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