Il calcio non è più solo uno sport ormai da tanto tempo. Per questa ragione, in un modo o in un altro tenta di influenzare (positivamente, per quanto possibile) attraverso i propri organi la società, soprattutto in quei luoghi oppressi e difficili, dove un pallone può rappresentare un totem di unione e fratellanza. In quest'ottica la lettera del Napoli Femminile, che ha teso una mano alle ragazze provenienti dall'Afghanistan.
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Napoli Femminile, Tripodi: “Vicini alle ragazze afghane, bisogna agire per aiutarle”
Calcio come vettore d'unione: il caso Napoli Femminile
Napoli Femminile, le parole dell'a.d. Tripodi
A Radio Punto Nuovo è intervenuto Francesco Tripodi, amministratore delegato del Napoli Femminile:
“La lettera del Napoli Femminile per le ragazze afghane? Siamo molto vicini a queste giovani donne, il nostro obiettivo era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica. Sappiamo che ci sono quattro giocatrici nell’hub di Avezzano, siamo disposti ad accoglierle nella nostra società, ma è necessario che gli organi federali trovino una soluzione per questa problematica. Da parte nostra, comunque, c’è tutta la volontà di ‘adottarle’ e farle allenare con noi, ma desideriamo che resti integro anche il loro gruppo storico, avendo saputo che quattro di loro sono andate in Norvegia. Non bisogna limitarsi alle parole, ma si deve agire concretamente per aiutare queste ragazze. I tempi per il tesseramento di una calciatrice sono brevissimi, si tratta di attendere il completamento delle questioni burocratiche, che sappiamo essere tante, specialmente in questo periodo di Covid”.
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